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Ucraina, così è passato il piano Meloni: "Prima le garanzie di sicurezza"
Oggi 20-08-25, 07:40
«L'Occidente unito per costruire la pace e garantire la sicurezza dei nostri popoli». La maggioranza si stringe intorno alla premier Meloni, che così commenta il vertice sull'Ucraina, tenutosi l'altro ieri a Washington. In America, come riferiscono fonti italiane, è emerso «un grande segnale di unità favorito da un coordinamento europeo, nonché è «stato concordato che il processo che porta all'auspicata pace debba iniziare dall'elaborazione di garanzie robuste e credibili, che siano modellate sulla clausola di sicurezza collettiva prevista nell'articolo 5 della Nato». Approvata, quindi, all'unanimità la proposta di Palazzo Chigi. Soltanto quando si avrà una maggiore comprensione di tali elementi sarà possibile prevedere un incontro trilaterale tra Zelensky, Trump e Putin. Quest'ultimo dovrebbe tenersi a Ginevra, come voluto anche dal nostro esecutivo. La proposta di Roma, lanciata dagli Usa, non può essere presa in considerazione a causa del mandato d'arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale nei confronti del presidente russo. Tra i primi a commentare con positività quanto accaduto negli States, intanto, è il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Bene la forte presenza dell'Europa, ma benissimo che sia stata accolto quanto è stato voluto, sin dal principio, dal nostro esecutivo». A parlare di «giornata importante» anche l'altro vicepremier Matteo Salvini. «Se Trump – evidenzia - riuscirà a rimettere intorno allo stesso tavolo Putin e Zelensky, penso che il 2025 possa essere quello della fine di questa maledetta guerra. La riunione ieri è stata la miglior risposta ai gufi, agli uccelli del malaugurio, a quelli che dicono che Donald è un matto, un dittatore, un criminale o un chiacchierone». Soddisfazione per gli attestati di stima ricevuti dalla premier, invece, da parte di Fratelli d'Italia. Per Carlo Fidanza, capo-delegazione a Bruxelles della prima forza di maggioranza, «l'Italia è protagonista con Meloni, seduta al fianco di Trump». Sulla stessa linea d'onda il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti: «Il vertice alla Casa Bianca ha certificato il ruolo centrale del nostro presidente del Consiglio nello scenario internazionale. Lo stesso presidente americano ha riconosciuto la leadership di Giorgia, definendola una fonte di ispirazione e una figura destinata a guidare con stabilità e per anni il nostro governo». Mentre all'estero l'azione dell'esecutivo di Piazza Colonna, dunque, viene riconosciuta e valorizzata, in patria l'opposizione resta prigioniera di slogan stanchi e critiche pretestuose. Per il leader di AvS Angelo Bonelli «la pace è diventata un business», mentre per quello di Azione Carlo Calenda chi è alla guida del Paese ha fatto «una pessima figura» a non confrontarsi con la stampa dopo il multilaterale. Ancora più duro il presidente del M5S Giuseppe Conte: «Imbarazzante l'esultanza di Meloni dopo la politica guerrafondaia condotta in questi anni». Parole condivise dalla segretaria del Pd Elly Schlein, per cui «non è possibile escludere Kiev dal negoziato». Una strana novità tra i dem, però, sono le parole di Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo che, a sorpresa, si smarca dal Nazareno ed elogia la prima donna della maggioranza: «L'Europa sta impedendo una nuova Monaco e una nuova riedizione dei blocchi della guerra fredda. La presenza del nostro Paese nella coalizione dei volenterosi è un'ottima notizia. Quindi bene il presidente Meloni, era ora. È presto per fare previsioni, ma oggi siamo più fiduciosi sul futuro dell'Ucraina».
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Il Tempo
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