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Ucraina massacrata sul treno, il caso che sconvolge gli Usa: il killer già arrestato 14 volte
Oggi 09-09-25, 08:52
Immaginate una giovane donna di 23 anni, Iryna Zarutska, rifugiata ucraina fuggita dalla guerra per trovare pace negli Stati Uniti. Il 22 agosto scorso sale su un treno light rail a Charlotte, North Carolina. Si siede, con le cuffie, ignara. Alle sue spalle, Decarlos Brown Jr., 34 anni, estrae un coltello tascabile. Senza motivo, senza parole, la colpisce al collo tre volte in sei secondi di inaudita ferocia. Iryna muore dissanguata sotto gli occhi di passeggeri atterriti. Le telecamere catturano l'orrore: l'assassino si alza, indifferente, lasciando una scia di sangue. Il video, di una violenza insostenibile, circola sui social, amplificato da giorni da Elon Musk, che su X denuncia la brutalità e punta il dito contro un sistema che ha fallito. Un omicidio che grida vendetta, simbolo di una società incapace di proteggere i deboli. Chi è Decarlos Brown? Un homeless con una diagnosi di schizofrenia, un predatore urbano che incarna il collasso del sistema. Non un folle isolato, ma un uomo dalla personalità instabile e violenta, capace di colpire senza rimorso. Non conosceva Iryna, non c'era movente: solo un impulso omicida in un individuo che il mondo aveva già bollato come pericoloso. Il vero scandalo è la sua storia criminale: dal 2011, almeno 14 arresti. Furti, rapine a mano armata, minacce, abusi del numero d'emergenza 911. A gennaio 2025, chiama il 911 da un ospedale, minacciando il personale. Ogni volta rilasciato, nonostante violenze e problemi mentali. Un recidivo seriale, libero di vagare e uccidere. Giudici e autorità lo hanno scarcerato ripetutamente, ignorando i segnali. Risultato? Una giovane innocente morta e un sistema giudiziario con le mani sporche di sangue. Questo non è solo un dramma americano, è la punta dell'iceberg di un problema globale, che infetta anche l'Italia. Il video di Iryna, diffuso sui social, ha scosso le coscienze, con Musk che insiste: «Chi ha liberato quest'uomo deve rispondere». Ma guardiamo a casa nostra. Quanti delinquenti arrestiamo più volte, per poi rimetterli in strada? Il tasso di recidiva in Italia è del 68-70% entro pochi anni dal rilascio. Nel 2023, su 62.476 detenuti, il 38% era alla prima carcerazione, il 18% aveva già varcato le sbarre cinque o più volte. Un fallimento clamoroso. E i femminicidi? Nel 2024, 113 donne uccise, 99 in ambito familiare o affettivo, 61 da partner o ex. Quanti assassini avevano precedenti? Dati precisi sono sfuggenti, ma studi e cronache confermano che una quota significativa di femminicidi è opera di recidivi. Ad esempio, nel caso di Giulia Cecchettin (2023), l'assassino aveva già mostrato comportamenti violenti. Idem per Sara Campanella e Ilaria Sula (2025), uccise da uomini con storie di molestie o divieti di avvicinamento. La recidiva è un pattern: chi ha già commesso reati gravi, spesso torna a colpire, soprattutto in contesti di violenza di genere. E gli immigrati irregolari? Gli stranieri rappresentano il 31% dei reati denunciati, con irregolari protagonisti di una quota sproporzionata. Nel 2022, furti (+17%), estorsioni (+14%) e violenze sessuali vedono un loro ruolo chiave. Nelle carceri, il 32% dei detenuti è straniero, spesso per crimini ripetuti. Irregolari che violano la legge più volte, espulsi e rientrati, o mai controllati. Basta buonismi. Sistemi giudiziari deboli producono mostri come Brown. In America come in Italia, serve un cambio di rotta: pene certe, controlli ferrei, stop alla recidiva che uccide. Iryna non tornerà, ma la sua morte, gridata sui social da Musk e da chi cerca giustizia, deve svegliare le coscienze. Altrimenti, quante altre vittime dovremo piangere?
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