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Beatrice: per Repubblica la "fasciosfera" ha ordito il complotto anti-Algeria
03-08-2024, 14:12
C'è quasi da compiacersene. Il dibattito, per meglio dire lo scontro, si sta trasferendo dall'ambito politico a quello culturale, dando così ragione a chi sostiene convinto che senza cultura non c'è politica. Si registra oggi un'interessante inversione di tendenza: gli opposti non si attirano e si rimarcano, si sottolineano, le differenze. Veniamo da decenni di cattocomunismo, forma così ibrida da risultare sulla carta inconciliabile: eppure per il gioco della realpolitik due matrici così distanti si sono messe insieme. Ora non funziona più, le differenze culturali marcano in modo nettissimo quelle politiche in una dialettica sempre più spinta sui media, senza esclusione di colpi e con una semplificazione che non rende giustizia alla complessità del tema. Mai come in questa occasione le Olimpiadi hanno acceso il dibattito spostandolo dal puro evento sportivo. Non era difficile immaginare che a buona parte del pubblico non sarebbe piaciuta la manifestazione inaugurale e che sul caso Imane Khelif l'opinione pubblica avrebbe avuto parecchie riserve. Proprio questi due fatti esemplificano lo scontro culturale, aspro e inconciliabile. Se esprimo le mie riserve, argomentandole non certo limitandomi a esprimere pareri di pancia o mantenendo inutili posizioni ideologiche, gli organi “progressisti” mi bollano senza pietà e, more solito, provano a inserire la diatriba culturale in un ampio quadro politico, perché nel loro linguaggio c'è sempre sotto qualcosa. Un bombardamento che arriva dai giornali, dai social, dai talk show televisivi. Ieri ancora la Repubblica (in evidente difficoltà di argomenti e titoli) ha riesumato il termine “fasciosfera” per indicare quella galassia nera che «si è mossa dentro una bolla globale, rumorosa e potente... tra l'ultra destra xenofoba e i complottisti, i suprematisti e gli antisemiti». Una specie di “evil empire” che ora ha in mano le Olimpiadi di Parigi, un gruppo occulto cui parteciperebbero, tra gli altri, la nuotatrice americana Riley Gaines che si è spesso espressa contro le atlete trans, il cui post è stato ritwittato da Elon Musk e da J.K. Rowling, la mamma di Harry Potter, nemico mortale delle femministe. Al complotto non sarebbe insensibile il Cremlino che sta tramando per danneggiare la reputazione francese, senza escludere ovviamente la destra italiana. Trama perfetta per un romanzo di spionaggio. In realtà il neologismo “fasciosfera” tanto neo non è, in quanto risale a un libro del 2016, tradotto per la Nave di Teseo, e scritto da Dominique Albertini, giornalista di Liberation e David Doucet, caporedattore di les Inrockuptibles, entrambi di estrema sinistra ed esperti, ovviamente con le loro visioni, del Front National. Pur parlando del pericolo che la destra rappresenta soprattutto sulla rete, e al netto dell'ideologismo da cui il saggio parte, c'è un passaggio che non può non essere condiviso. «L'estrema destra - affermano - ha ingaggiato una battaglia culturale. E si aspetta che gli avversari si misurino con lei sul medesimo terreno». Ecco, ci siamo. Per la critica tutto ciò che è destra è estrema e il dibattito di questi giorni si alimenta proprio su tale divergenza, da una parte quelli che vedono lontano, i giusti, i soli a capire dove va il mondo, dall'altra i retrogradi, gli sbagliati, trogloditi che non sanno leggere la realtà e odiano le differenze, cioè la fasciosfera. La questione si è fatta urticante in Italia dove governa la destra e allora c'è da fare attenzione perché sulla cultura a sinistra sono molto attrezzati. Senza dimenticarci il profondo movimento di riparazione messo in atto dalla Chiesa dopo ciò che si è visto alla cerimonia inaugurale, il caso Khelif – Carini, per il quale la sinistra ha parlato di complotto preordinato dalla fasciosfera, non si può non notare il cinismo con il quale l'atleta algerina è stata usata per scopi meramente propagandistici. A leggerne la biografia non si può non empatizzare con questa persona che certamente per arrivare fin qui ha patito e sofferto. Non è un mostro, eppure è stata utilizzata come fenomeno da baraccone pur di dar contro a un sistema basato su regole logiche, e proprio perché logiche e di buonsenso vanno abbattute. Contro il Cio si è schierata Martina Navratilova, la più grande tennista della storia, omosessuale e membro della comunità LGBTQ+, parlando di fatto deplorevole. Sarà della fasciosfera pure lei? Si è fatto molto per lo sport femminile, ma sappiamo che la numero uno del tennis mondiale perderebbe contro il 150mo degli uomini, che una partita di calcio non è uguale se disputata da uomini o donne e che una donna non può essere picchiata da un uomo o comunque da una persona più uomo che donna. Le differenze sono un atto di civiltà. E di cultura. Di rispetto, anche nei confronti di Khalif, sventolata come una bandiera allo scopo di diffamare chi la pensa in maniera diversa. Ne hanno fatto un caso politico, via così, avanti un altro. E noi qui a difendere i valori dello sport, ci prendiamo dei fasciosferici che quasi quasi mi informo dove devo firmare.
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