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Daniele Capezzone: Ilaria Salis, i nostri appunti per la patrona abusiva
27-06-2024, 10:28
Ed è subito Salis. Giusto il tempo di mettere piede a Bruxelles, e Sant'Ilaria, gran patrona delle occupazioni, regala le prime soddisfazioni agli abusivi di tutta Italia: «Non penso di essere nella posizione di dovermi difendere» perché «credo che i movimenti di lotta per la casa cerchino di rispondere a un problema a cui le istituzioni non sono in grado di rispondere» e «non sempre ciò che è giusto corrisponde a ciò che è legale». Cominciamo bene, dunque, ammantando un reato, cioè un comportamento illegale severamente punito dai nostri codici, con presunte esigenze sociali che, secondo il Salis-pensiero, lo renderebbero magicamente «giusto». Ci corre l'obbligo di informare la neodeputata – che è anche insegnante: mai dimenticare questo aspetto – che, per questa via e secondo questa sequenza logica, si potrebbe finire per giustificare anche una rapina. Pure il rapinatore può avere le sue esigenze: il piccolo dettaglio è che, in nome di quelle esigenze, arreca un danno grave ad altri. Che facciamo, vogliamo giustificarlo? Tra l'altro, la cosa tragicomica è che le imprese di Sant'Ilaria hanno messo a soqquadro pure il condominio politico Bonelli-Fratoianni. Il secondo, comunista doc, ha infatti subito sposato le campagne della neodeputata, e ieri si è scagliato contro la Regione Lombardia che si è permessa di insistere affinché l'onorevole, da oggi titolare di un cospicuo stipendio, paghi finalmente il suo debito con l'Aler. E Fratoianni non ci ha visto più: «Siamo oltre il ridicolo della strumentalità, in una vicenda che vede Ilaria oggetto di una sorta di politica dell'accanimento». Chiaro, no? A sbagliare non è lei che occupa e non paga: ma è la Lombardia che si accanisce sull'onorevole abusiva. Ma ormai Fratoianni ha preso la rincorsa e non si ferma più: «La verità è che siamo di fronte al tentativo, ogni volta, di trasformare e di trattare le lotte sociali come questioni di ordine pubblico». Tuttavia c'è un parlamentare italiano di Avs che si chiama Francesco Emilio Borrelli, e che nei mesi scorsi – meritoriamente, e anche con una qualche eco televisiva – si è battuto contro l'occupazione illegale di una casa in provincia di Napoli. Bel casino: dentro lo stesso partito, ci sono dunque un onorevole contrario alle occupazioni e una sua collega che invece ne è protagonista. Roba da far venire il mal di testa all'altro dioscuro della leadership Avs, e cioè il verde Angelo Bonelli, l'uomo dei sassi. E Bonelli – altro miracolo di Sant'Ilaria – si fa improvvisamente democristiano, tentando di sostenere che siano bravi tutti: bravo Borrelli, brava la Salis. Ecco l'arrampicata libera del verde: «Borrelli ha fatto una cosa sacrosanta che avrei fatto anche io, aiutando quella persona a rientrare nella sua casa. Ma questo caso non ha nulla a che vedere con la Salis che ha occupato case abbandonate, sfitte o malgestite dalla pubblica amministrazione. Quindi non si possono paragonare le due questioni». E qui – letteralmente – si vola, nel senso che Bonelli, se interpretiamo bene, intende dirci che non va bene occupare una casa popolare già assegnata ad altri, mentre – se l'assegnazione ancora non c'è stata – allora potrebbe scattare il semaforo verde a favore dell'occupazione. Ora, a parte il fatto che tutto ciò non ha alcuna base giuridica, resta un problemino: e le graduatorie a cosa servono? Chi si mette regolarmente in lista e attende correttamente il proprio turno è forse un fesso? PAPÀ ROBERTO UNO E DUE Il caso potrebbe essere agevolmente risolto dal Roberto Salis dei tempi d'oro, quando era un orgoglioso liberalconservatore e polemizzava aspramente con i comunisti. Ripeschiamo un suo fiammeggiante (e perfetto) tweet: «Sempre della serie: quello che è tuo è mio, quello che è mio è mio. Non cambierete mai!». Non si sarebbe potuto dir meglio: peccato che ora papà Salis sia pappa e ciccia con il compagno Fratoianni. A proposito. Roberto Salis, all'inizio di questa vicenda, è stato rispettosamente intervistato da Libero, e il nostro giornale – com'era sacrosanto – non ha avuto esitazioni nel contestare all'Ungheria l'uso delle catene e le altre condizioni umilianti nei confronti della nostra concittadina. Dopo di che – forse – il Salis in versione due, cioè fratoiannizzato, ha cominciato a offenderci e minacciare querele: pensava forse che dovessimo applaudire le occupazioni abusive di sua figlia e il debito con l'Aler? Non solo: il Salis versione due, ieri sui social, si è imbizzarrito perché avevamo dato conto di come si stesse preparando (tutto è poi avvenuto ieri sera) l'assegnazione di una tessera di amico dell'Anpi. Salis ha preso malissimo la notizia data da Libero, e ci ha accusato di seguire «le linee guida tipiche della cultura fascista come insegnato dai loro progenitori quali Almirante e Romualdi». Lì per lì, in redazione ci è venuto da ridere: forse Salis-pater intende contendere ad Antonio Scurati il ruolo di staffetta partigiana del 2024, a 79 anni dalla fine del fascismo. Poi abbiamo guardato meglio l'account del papà, e ci siamo accorti del tweet precedente, quello in cui, dopo la notizia della proclamazione di sua figlia, l'ingegner Roberto annunciava di aver festeggiato con un «bicchierino» di un noto e potente amaro. Sarà stato un bicchierone, più che un bicchierino. Il tweet sbilenco può forse spiegarsi così. Prosit. Ps: A proposito. Finito il brindisi, rimane una questione tutt'altro che marginale. Avevamo capito che la candidatura di Sant'Ilaria fosse motivata dalla contestazione delle inaccettabili condizioni di detenzione della nostra concittadina in Ungheria. Ma nessuno ci aveva detto né aveva sostenuto in alcun momento della campagna che fosse intenzione di Ilaria sottrarsi al processo che la vede imputata di gravi reati (tutti da dimostrare, ovviamente: qui a Libero crediamo nella presunzione di innocenza sempre e senza eccezioni). Attendiamo dunque che la neo-onorevole sia la prima a chiedere e ottenere dall'Europarlamento che la sua immunità valga per evitare un'ingiusta carcerazione preventiva ma non valga per far saltare l'intero processo. O l'elezione deve diventare un passaporto per sottrarsi a qualunque giudizio? Faccenda da seguire.
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