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Senaldi: la crisi grillina può affossare la sinistra ligure
28-10-2024, 13:19
Beppe Grillo ha detto che «Cinque Stelle è compostabile». Attenzione, non è biodegradabile. Significa che l'Elevato non ne paventa la dissoluzione in un ruolo sempre più ancillare rispetto al Pd, ma auspica il riciclo, o la rinascita, degli antichi valori in una nuova creatura. Giuseppe Conte ci ha capito poco e ha replicato che «un padre dà la vita ai propri figli ma non ha diritto di ucciderli». Il punto è che, secondo il comico fondatore il M5S è già stato ucciso, dall'avvocato, e lui si limita a certificarne la morte, auspicandone la risurrezione altrove. Questa diatriba fa da sfondo alle elezioni in Liguria, ieri e oggi. Alle scorse Regionali, nel 2020, con Conte premier al massimo della popolarità, il Movimento prese il 7,8%. Quattro mesi fa, alle Europee, con il caso Toti già scoppiato, il 10,2%: poco ma comunque il dato più alto di tutto il Nord e sopra la media nazionale, ferma al 9,9%. La paura dei grillini liguri è che la fatwa lanciata da Grillo faccia crollare il partito al 5%. Sarebbe la certificazione che Conte, al campo largo delle sinistre, porta più guai che voti; e viceversa. Questo terrore in realtà ha condizionato tutta la campagna elettorale dei grillini. I candidati, convinti che al Consiglio Regionale per loro siano disponibili un paio di seggi al massimo, hanno passato il tempo a farsi la guerra tra loro, anziché a illustrare le loro battaglie, tantomeno a sostenere il candidato presidente Andrea Orlando. I due più quotati, Stefano Giordano e Flavio Ceraudo, sono curiosamente un ligio contiano, il primo, e un nostalgico del Movimento che fu, il secondo. La sfida tra i due è l'ennesimo test sugli umori dell'elettorato sinistro che queste elezioni offrono. SCISSIONISTI GRILLINI A chi andranno i voti che Grillo toglierebbe a Conte? Non al Pd né alla lista di Orlando, pure attesa a un buon risultato, perché la critica politica del guru al leader è proprio quella di aver svenduto ai dem la sua creatura. Perciò Elly Schlein e compagni temono che quel «Movimento compostabile» faccia male a loro quanto all'avvocato. Chi prova a cavalcare la lite tra Grillo e quel che è diventato il suo paritto, è Nicola Morra, già capo della commissione parlamentare anti-mafia, candidato presidente di Uniti per la Costituzione, la lista fondata da Mattia Crucioli, ex parlamentare di M5S, uscito dal partito quando Conte (con la benedizione di Grillo) accettò di sostenere il governo di Mario Draghi. È una formazione rosso-bruna, di una piccola rilevanza a Genova, dove è riuscita alle scorse Comunali a eleggere un consigliere. Crucioli e Morra hanno cattivi rapporti con Grillo, che li ha sempre snobbati, ma hanno subito rilanciato il suo post contro Conte, chiedendo il voto agli elettori pentastellati delusi. Qualche nostalgico abboccherà, ma fuori dal capoluogo non ci si aspetta granché. A preoccupare Orlando sono piuttosto quelle formazioni di sinistra estrema che l'ex ministro dem non è riuscito a compattare intorno a sé, ma forse era anche impossibile. Soprattutto Per l'Alternativa, la lista che fa riferimento a Potere al Popolo, che presenta come candidato Nicola Rollando e Democrazia Sovrana, del super comunista Marco Rizzo, che presenta tal Francesco Toscano. In un testa a testa, potrebbero sfilare alla sinistra quel pugno di preferenze necessarie alla vittoria. Decisivo sarà anche il risultato dei calendiani di Azione. Quando Conte si è opposto all'ingresso di Italia Viva nel campo largo, poiché i renziani sostengono la maggioranza del sindaco Marco Bucci a Genova e tutti i progetti di grandi opere, ha spinto naturalmente l'elettorato moderato progressista verso il candidato di centrodestra. Ai calendiani l'onere di tenerlo attaccato a Orlando, incarico che pesa soprattutto sulle spalle di Pippo Rossetti, consigliere uscente di Azione ma dopo una vita nel Pd; a dimostrazione che di moderato i centristi del “Carletto so tutto io” in Liguria hanno poco. Anche la rinuncia a Renzi è una di quelle cose grilline che potrebbero far perdere la corsa al candidato dem. SINISTRA AL BIVIO Ma quel che davvero può giocare il ruolo decisivo è il tempo, nel senso del clima. Queste elezioni si svolgono sotto l'allerta meteo, ma è andata molto meglio del previsto. Ieri sulla maggior parte della Liguria ha piovuto poco, talvolta niente. In una regione ricca di persone anziane questo può significare un astensionismo inferiore alle aspettative, la qual cosa dovrebbe favorire Bucci. La sinistra infatti vive questa tornata come l'ultima spiaggia: la terza sconfitta consecutiva avrebbe effetti devastanti anche a livello nazionale e metterebbe in discussione le scelte strategiche di Elly Schlein. Dall'altra parte, potrebbe convincere Conte definitivamente a prepararsi per un'avventura solitaria. La tensione è alta, i funzionari regionali compulsano i computer per vedere se a Genova sono andati a votare più elettori dei quartieri di Levante (Alvaro è stato il solo dove alle Politiche il centrodestra ha vinto in città) o di Ponente. E se vota più la rossa Savona o il moderato Savonese. Se a La Spezia, terra di Orlando, piove di più o di meno che a Imperia, regno degli Scajola, ma anche della Lega.
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