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Tennis, il piano di Angelo Binaghi: "Come portare il quinto Slam a Roma"
Oggi 28-12-25, 03:45
Il tennis italiano ha avuto nel 2025 ben più diritti che rovesci e Angelo Binaghi, che guida la Fitp dal 2001, ripensa agli ultimi 12 mesi guardando al futuro. Lo fa da sempre, da quando la federazione era ben lontana da certi traguardi. Presidente, cosa aggiungere dopo un 2025 che ha messo in vetrina Sinner e non solo? «In termini di risultati mi basterebbe persino raggiungerne un quinto di quelli che abbiamo raggiunto negli ultimi due anni. Ma spero anche non ci siano più altre complicazioni». Si spieghi. «Beh, nei mesi scorsi non avevamo più un titolo giuridico che ci garantisse lo svolgimento regolare degli Internazionali d’Italia. Si è rischiato. Tutto poi è stato chiarito grazie al ministro dello sport, Abodi, e quello dell’Economia e delle Finanze, Giorgetti, con cui abbiamo sistemato il problema. Ora c’è da discutere delle Finals». Si riferisce al Decreto Sport che vorrebbe lo stato in co-gestione delle Finals? «Le Finals non sono nostre ma dell’Atp. Il Decreto pone una serie di problemi nella gestione di questa manifestazione di così grande successo. Confido che anche questo ostacolo, nel 2026, venga risolto col dialogo». Ha sentito la Premier? «La Meloni ci è sempre stata vicina ma ha ben altri problemi da affrontare. Confido che tutto si aggiusterà». Le Finals a Torino sono un evento che va oltre il tennis. Atmosfera incredibile... «Quando prima della finalissima abbiamo portato a cantare Gianni Morandi, conquistato dal nostro sport pur non avendolo mai giocato, è stato magico». I flash più belli del 2025? «Sinner che conquista Wimbledon, la Paolini che trionfa a Roma, certo. Ma anche le altre vittorie con due menzioni speciali: la terza Davis e soprattutto la King Cup conquistata in trasferta con la Cocciaretto e la Paolini che hanno battuto le americane contro pronostico». E il suo vecchio sogno, quello di superare il calcio? «Parlano i dati: quelli dei tesserati contano relativamente, anche se i nostri, che in tre anni sono raddoppiati, lo scorso anno erano 1.085.901 contro 1.121.495 di quelli del calcio. Ma è il numero dei praticanti a essere esaltante: i nostri del tennis e del padel, secondo gli ultimi dati Nielsen, sono 6.237.000 e stanno raggiungendo quelli del calcio: 6.533.000. Cinque anni fa c’era una differenza del 39%». Sinner è il fenomeno che il mondo ci invidia però è stato messo alla gogna da alcuni pseudo-opinionisti... «Sì, ma lui risponde a suon di risultati e zittisce tutti. Lasciamo parlare e scrivere certi opinionisti da strapazzo. Conosciamo Jannik da bambino, il tennista ma anche il ragazzo. Meriterebbe una statua». Le ha anticipato se giocherà la Davis il prossimo anno? «No, ma lo spero. In ogni caso abbiamo dimostrato che la Davis la possiamo vincere anche senza il migliore giocatore al mondo. È un momento irripetibile». Davis a Bologna? Soddisfatto? «Le finali di Bologna hanno avuto un impatto economico di 143,8 milioni di euro, secondo Boston Consulting Group, accogliendo 47.877 spettatori per un totale di 61.463 presenze giornaliere, di cui l’11,7% dall’estero. E dal prossimo anno tutto migliorerà a Bologna, a partire dal nuovo palasport». Roma quinto slam? Un sogno? «Ritengo ci debbano essere tre requisiti per arrivare ad avere il quinto major, e tenercelo per sempre: il tennis italiano al top, e ci siamo; la credibilità a livello internazionale e abbiamo un italiano come presidente dell’Atp, Andrea Gaudenzi; e poi un investimento statale che sarebbe sempre notevolmente inferiore a quello per Milano/Cortina». A quando il tetto mobile nel centrale del Foro? «I tempi per i lavori indicano che l’edizione 2028 si giocherà in un impianto rinnovato e copribile». Diritti tv. Lei sostiene: il grande tennis deve andare su Rai1. «Non vedo perché debba accadere il contrario. Quando uno sport raggiunge certi risultati e tale popolarità, la prima rete dell’emittente di stato è la sua casa e i vertici Rai se ne sono accorti. La nazionale di calcio, che speriamo vada ai mondiali, dove viene trasmessa?». Un sogno per il 2026? «Vincere il torneo maschile a Roma, non succede dal 1976. Sarebbe un cinquantenario speciale». Saranno 12 mesi senza fiato. «Vero, Sinner può tornare numero 1, Musetti entrare tra i top 5. Errani vorrei giocasse per sempre. E ci aspettiamo tanto da Jasmine, da Cobolli, da Berrettini, da tutti». Lei è stato n° 14 in Italia. Che tipo di tennista era? «D’attacco, rompevo il gioco altrui, tifafo McEnroe ed Edberg». Dicono abbia le stesse caratteristiche come presidente. «Perché, non servono?». A chi dedica questo 2025? «A Nicola Pietrangeli e a Lea Pericoli. Mai dimenticare il passato».
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