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Economia e Finanza
Analisi e previsioni della giornata di borsa
28-03-2025, 09:20
AGI - I mercati azionari arretrano, specie i titoli del settore auto, e il prezzo dell'oro ha raggiunto un nuovo livello record, a causa dell'aumento dei dazi statunitensi e della guerra commerciale globale innescata da Donald Trump dopo aver ripreso la Casa Bianca. Il presidente Usa ha deciso di imporre una tariffa del 25% sulle importazioni di auto negli Stati Uniti. Si tratta di una mossa che quasi certamente costringerà le case automobilistiche americane ad aumentare i prezzi per i clienti e la cui entrata in vigore è prevista per la prossima settimana, in concomitanza con l'introduzione il 2 di aprile delle tariffe reciproche mirate per i Paesi considerati responsabili della maggior parte del deficit commerciale Usa. Oggi in Asia i listini si sono indeboliti, specie in Giappone e in Sud Corea dove l'impatto sul settore auto è più forte. La Borsa di Tokyo è arretrata del 2%, con Toyota e Honda, i due maggiori produttori di automobili del paese, giù rispettivamente del 3% e di quasi il 5%. A pesare sul Nikkei ci hanno pensato anche i dati sul costo della vita a Tokyo, che sono aumentati più del previsto. Nella capitale nipponica i prezzi al consumo, esclusi i prodotti alimentari freschi, sono aumentati del 2,4% a marzo rispetto all'anno precedente, contro un atteso +2,2%. Anche l'inflazione complessiva è salita al 2,9% dal 2,8% di febbraio. Questi dati mantengono la Boj sulla strada dell'aumento dei tassi e i trader ora si aspettano che l'istituto possa rialzare il costo del denaro già a maggio. Anche la Borsa di Seul è scesa intorno al 2%, ai minimi da 2 settimane. In calo, seppure in modo più contenuto, i listini di Shanghai e di Hong Kong, nonostante Trump abbia detto che sarebbe stato disposto a ridurre i dazi sulla Cina per concludere un accordo con la società madre cinese di TikTok, ByteDance, per vendere la popolare app. A Wall Street i future sono in calo, dopo che ieri i tre indici di New York hanno chiuso al ribasso trainati giù dai titoli dei big dell'auto, con Gm in calo del 6,7%, Ford del 3% e Stellantis dell'1,25%, mentre Tesla è avanzata dello 0,4%, pur avendo perso il 40% dal picco raggiunto a meta' dicembre, soprattutto a causa del crollo delle vendite delle auto elettriche. Secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, Trump all'inizio di questo mese ha incontrato i ceo di alcune delle principali case automobilistiche del Paese, avvertendoli che è meglio che non aumentino i prezzi delle auto a causa dei dazi. In quell'occasione, secondo quanto hanno riferito fonti a conoscenza dell'incontro, diversi capi dei big dell'auto sono usciti dalla sala preoccupati di poter incorrere in sanzioni se avessero aumentato i prezzi. A questo proposito va detto che gli esperti stimano che nel giro di qualche mese i prezzi delle auto potrebbero salire forse dell'11-12%, poiché per l'aumento dei dazi i produttori saranno costretti a trovare nuove catene di fornitura e a spostare la parte maggiore della loro produzione negli Stati Uniti. Intanto ieri il primo ministro canadese Mark Carney ha dichiarato che i vecchi rapporti il tra Canada e gli Stati Uniti sono "finiti" e ha promesso che ci sarebbe stata una "ampia rinegoziazione" dell'accordo commerciale tra i due paesi. I commenti di Carney sembrano mettere in discussione il futuro dell'Usmca, il negoziato tra i due Paesi e il Messico, considerato uno degli accordi commerciali più importanti al mondo. Anche Europa e Messico sono pronti a rispondere con misure di ritorsione ai dazi Usa, anche se per ora non rinunciano a negoziare. Dopo la mossa di Trump "i mercati sono nervosi perche' nessuno sa davvero cosa succederà in futuro", ha commentato Nicolas Lin, presidente e ceo ad interim di Aether Holdings. Anche l'oro è volato, dopo aver superato i 3.075 dollari l'oncia. Quest'anno i lingotti hanno toccato 17 massimi record. Intanto ieri una stima finale del Pil Usa ha mostrato che l'economia a stelle e strisce è cresciuta del 2,4%, più del previsto, mentre i sussidi settimanali di disoccupazione sono stati sostanzialmente in linea con le stime. I trader si aspettano che quest'anno la Fed taglierà due volte i tassi, ma diversi esponenti della banca centrale ritengono che le riduzioni avverranno più tardi del previsto per il timore che i dazi facciano salire l'inflazione e riducano la crescita dell'economia. Oggi l'attenzione degli investitori si rivolgerà verso il Pce, l'indice dei prezzi preferito dalla Fed. "Se i dati Pce dovessero rivelarsi migliori del previsto, ciò potrebbe indicare un ulteriore rialzo per l'oro, poichè la Fed si ritroverebbe in una posizione migliore per iniziare a tagliare i tassi", ha commentato Bob Haberkorn, strategist senior per i mercati di Rjo Futures. "Sembra che presto i future sull'oro raggiungeranno i 3.100 dollari e il catalizzatore principale sarà l'acquisto di beni rifugio", guidato dall'incertezza sui piani tariffari di Trump, ha aggiunto Haberkorn. Oggi, oltre al Pce, c'è attesa per i primi numeri sull'inflazione di marzo di Francia e Spagna. In Francia l'inflazione preliminare dovrebbe salire leggermente dall'0,8% annuale all'1% a marzo e in Spagna dovrebbe invece scendere dal 3% al 2,7%. Inoltre nel Regno Unito usciranno i dati sul Pil e quelli sulle vendite al dettaglio. L'economia britannica dovrebbe crescere, passando da +1% a +1,4% su base annuale, mentre il retail dovrebbe dimezzarsi a febbraio, passando dall'1% allo 0,5% annuale. Negli Usa cresce l'aspettativa per l'indice sulla fiducia dei consumatori dell'Università del Michigan, particolarmente atteso, dopo che, secondo un rapporto del Conference Board, martedì la fiducia dei consumatori americani ha raggiunto il minimo da 12 anni a marzo. La previsione è che a marzo, secondo l'indice Michigan, il sentiment dei consumatori a stelle e strisce scenda sotto i 60 punti, trainato giù dal peggioramento delle aspettative di inflazione. Inoltre gli investitori monitoreranno da vicino gli speech di due membri del Fomc, Michael Barr e Raphael Bostic, presidente della Fed di Atlanta, i cui interventi arrivano dopo che ieri il Congressional Budget Office degli Stati Uniti ha previsto un aumento significativo del deficit di bilancio federale e del debito nei prossimi 30 anni, in parte dovuto al rapido aumento dei costi degli interessi, delineando una crescita economica lenta e una forza lavoro in calo. Le ultime proiezioni di bilancio a lungo termine del Cbo mostrano che i deficit federali accelereranno al 7,3% dell'economia nell'anno fiscale 2055 dal 6,2% nel 2025. Il prezzo del petrolio in Asia cede leggermente dopo aver chiuso in lieve rialzo al Nymex, con i future sul Brent quasi a 74 dollari e quelli sul Wti non lontani da 69 dollari al barile. In calo in Europa i future sull'EuroStoxx, dopo che ieri le Borse europee hanno chiuso in calo, tranne Milano.
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