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Cronaca
Mazzette e appalti pilotati ad Agrigento: anche la siccità diventa un "affare"
Oggi 15-05-25, 13:19
AGI - Mazzette e appalti ad Agrigento. Nel mirino opere fondamentali come il rifacimento della rete idrica, deciso per fronteggiare la siccità, diventata un affare per i 'signori' delle opere pubbliche all'ombra dei templi. Anche l'Autorità anticorruzione aveva drizzato le antenne su quanto stava succedendo nella provincia e che è al centro dell'indagine condotta della Squadra mobile della questura culminata nell'arresto di cinque persone (due finiti in carcere e tre ai domiciliari), tra imprenditori e funzionari pubblici. Un'inchiesta, coordinata dalla procura, che scaturisce, infatti, da alcune segnalazioni dell'Anac sul "mancato avvio di importanti opere pubbliche, come la rete idrica di Agrigento o il Centro di raccolta dei rifiuti di Ravanusa, opere finanziate per varie decine di milioni di euro", sottolineano gli inquirenti. Da li' sono partiti gli approfondimenti investigativi attraverso attività tecniche e di acquisizione di atti da fonti aperte. Durante le perquisizioni, sempre secondo quanto reso noto dagli investigatori, oltre ai documenti, ad alcuni imprenditori di Favara, nel loro domicilio e nella sede dell'impresa, è stata trovata una somma di denaro di oltre 200 mila euro che, secondo quanto captato nelle attività di intercettazione, era utilizzata "per compensare in particolare alcuni pubblici ufficiali per i loro servigi". Costante, secondo la polizia, è stato il ricorso spartitorio ai subappalti non autorizzati. Gli elementi a sostegno dell'ipotesi di reato di corruzione aggravata, secondo quanto ricostruito, avrebbero "tracce evidenti". "Sono stati infatti acquisiti nell'indagine elementi, quali la comunicazione di offerte tecniche, bandi di gara, disciplinari e contratti - aggiunge la questura - che hanno permesso di alterare il regolare corso delle gare d'appalto di importanti opere pubbliche". In carcere sono finiti Diego Caramazza, 44 anni, e Luigi Sutera Sardo, 58 anni (ex assessore di Favara ed ex consigliere provinciale), entrambi di Favara. Arresti domiciliari, invece, per Sebastiano Alesci (ex dirigente dell'ufficio tecnico comunale di Ravanusa), 67 anni, di Licata, Carmela Moscato, 65 anni e Federica Caramazza, 36 anni, rispettivamente mamma e figlia. Oltre ai cinque arrestati, tutti imprenditori tranne Alesci, ci sono altri 8 indagati fra tecnici e funzionari pubblici. Tra gli appalti "pilotati" figurerebbero i lavori di manutenzione straordinaria della provinciale 19 Salaparuta-Santa Margherita Belice, la riqualificazione e ristrutturazione dello stadio "Dino Liotta" di Licata e il primo stralcio della ristrutturazione e automazione per l'ottimizzazione della rete idrica del Comune di Agrigento, dal valore di oltre 37 milioni di euro. Altre somme sono state trovate in possesso dell'attuale dirigente dell'Ufficio tecnico comunale del Comune di Licata, Sebastiano Alesci, al servizio dell'impresa "anche con funzioni organizzative dell'attività presso la pubblica amministrazione, volta a favorire in cambio di denaro o altre utilità procedure, finanziamenti e nomine". Il ritrovamento di tali somme in possesso degli indagati, "traccia evidente del commesso reato di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio e di turbativa d'asta, e altri elementi - ribadisce chi indaga - depongono per la permanente messa a disposizione delle funzioni pubbliche e la connessa flagranza del reato, da parte del dirigente dell'Ufficio Tecnico, che nel tempo ha svolto e svolge le funzioni di responsabile unico dei procedimenti o di commissario di gara in numerose procedure a evidenza pubblica su tutto il territorio regionale".
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