s

Cronaca
L'sms che imbarazza la gemella Cappa: "Abbiamo incastrato Stasi"
Oggi 15-05-25, 18:56
AGI - "Mi sa che abbiamo incastrato Stasi". È uno dei 280 messaggi che sarebbero agli atti della nuova inchiesta della Procura di Pavia sull'omicidio di Chiara Poggi. A scrivere di questo messaggio inviato a un amico e attribuito a Paola Cappa, gemella di Stefania, è il settimanale 'Giallo'. Le sorelle non sono indagate. Nell'articolo si legge che "si tratta di messaggi particolarmente gravi inviati anni fa da Paola Cappa a un amico a Milano". Non sarebbero dunque intercettazioni fatte di recente ma confluite nella nuova inchiesta. Al momento non è noto il contesto in cui Paola Cappa avrebbe detto queste parole a proposito di Alberto Stasi. Trovato un martello nel canale Durante le ricerche nel canale di Tromello, svolte dai vigili del fuoco e dai carabinieri, sarebbe stato trovato anche un martello. Lo riferisce il programma 'Chi l'ha visto?' in merito agli sviluppi sull'indagine di Garlasco. Il martello è stato indicato dalle perizie svolte nei processi come possibile arma del delitto ed è l'unico oggetto sparito da casa Poggi dal giorno dell'omicidio. Essendo un oggetto molto comune, è ovviamente tutto da verificare che si possa trattare proprio dell'arma del delitto, dopo 18 anni. Gli inquirenti ieri cercavano un attizzatoio da camino indicato da un testimone, non trovato. Il martello sparito era "a coda rondine e in legno" "Un martello a coda di rondine del tipo di quello usato dai muratori e col manico di legno". Il 14 luglio 2008, Giuseppe Poggi, il papà di Chiara, descriveva ai carabinieri l'oggetto 'sparito' dal garage della villetta di via Pascoli che oggi torna di attualità nelle nuove indagini sull'omicidio. "Dopo il dissequestro della casa - aveva messo a verbale il papà della ragazza uccisa, per sentenza definitiva, da Alberto Stasi - ho iniziato a visionare attentamente tutti gli ambienti per accertare l'esistenza di oggetti e suppellettili". Poggi spiegava di avere cercato dappertutto il martello, "che usavo per schiodare i bancali in legno", anche in giardino. "Era in garage sul davanzale in marmo della finestra" aveva aggiunto, escludendo che fosse stato portato via dalle persone che lo avevano aiutato a risistemare l'abitazione dopo il delitto. Il martello trovato ieri nel canale, che ha comunque caratteristiche molto comuni, è stato sequestrato e sarà sottoposto a verifiche e analisi per valutarne la compatibilità con quello descritto dal padre della vittima. Nel 2017 Stasi, poi condannato a 16 anni di carcere, era già indagato, e nel corso d'acqua vennero trovati solo degli abiti abbandonati da un agricoltore, oggi sono stati trovati degli "oggetti", tra cui il bracciolo di una sedia in ferro, al vaglio degli inquirenti. Ricerche complicate visto che l'arma sarebbe stata gettata li' subito dopo l'omicidio di Chiara Poggi secondo quanto raccontato da un testimone alle 'Iene' che ha parlato di un attizzatoio da camino. La nuova vampata nell'indagine sul delitto di Garlasco è stata accesa dalle perquisizioni durate sette ore a casa di Andrea Sempio, dei genitori e di due suoi amici e dalla ricerca dell'arma con un déjà-vu. Nel decreto con cui è stata disposta ieri la perquisizione "locale, personale e informatica" a carico di Andrea Sempio, i pm di Pavia motivano la necessita' dell'attivita' investigativa anche alla luce "in particolare, dei tabulati telefonici dell'abitazione dei Poggi, delle sommarie informazioni assunte da Andrea Sempio e dai suoi familiari e amici" ed evidenziano "l'urgenza" nell'esecuzione del provvedimento che consenta "di agire in modo tempestivo, una volta valutata la positività del momento contingente". Il riferimento ai tabulati dei Poggi dovrebbe riguardare le telefonate che l'indagato fece a casa della famiglia della vittima nei giorni precedenti al crimine avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco. Il decreto è stringato, due paginette, ma le ricerche che vengono disposte sono capillari e finalizzate a "rivenire corpi del reato e/o cose pertinenti al reato e in particolare: documenti cartacei e/o informatici, quali fotografie, filmati, file audio, appunti, chat ed email attinenti al periodo in cui si sono verificati i fatti e/o comunque utili a ricostruire i rapporti tra la vittima, l'indagato e la sua cerchia di amici, le abitudini di vita dell'indagato all'epoca dei fatti, la frequentazione di casa Poggi, e ogni altro elemento utile a collocare l'indagato sulla scena del crimine in eventuale concorso con terzi". Il testimone Ci sarebbe un legame tra la deposizione dell'intervistato dagli inviati del programma televisivo che ha dichiarato di essersi "liberato da un peso" e quanto detto da Marco Demontis Muschitta che, nel settembre 2007, riferì ai carabinieri "che tra le ore 9.25 e le ore 9.40-9.45 del 13 agosto 2007 ho visto lungo la via Pavia in Garlasco mentre mi trovavo a bordo del furgone di lavoro su una bicicletta la cugina bionda di Chiara Poggi(identificata come Stefania Cappa), con un attrezzo da camino nella mano destra". Un'ora dopo ritratto' tutto, poi si parlò di pressioni non meglio circostanziate per fargli cambiare idea. Il testimone delle 'Iene' avrebbe ribadito quanto detto in prima battuta dal vecchio facendo scattare le ricerche di un attizzatoio da camino, non trovato nel canale, e riportando in auge il nome di una delle cugine Cappa, Stefania, oggi brillante avvocata esperta nel diritto sportivo. Ne' lei ne' la sorella Paola, va ben sottolineato, sono mai state accusate di nulla nonostante le suggestioni su di loro rilanciate negli anni. Le perquisizioni Le perquisizioni hanno riguardato anche Mattia Capra e Roberto Freddi, due all'epoca ventenni che facevano parte della comitiva anche di Marco Poggi, il fratello di Chiara. Era il gruppo di ragazzi compagni di scuola e di calcio che quell'estate segnata a lutto per il piccolo paese tra le risaie sognava e programmava una vacanza in Toscana. Capra e Freddi, a cui sono stati sequestrati cellulari e pc, non sono indagati. Evidentemente a casa loro gli inquirenti hanno cercato spunti per ricostruire il contesto. Poche settimane dopo l'omicidio entrambi misero a verbale di essere venuti a conoscenza della morte di Chiara da Sempio. "Ho saputo delle perquisizioni dalla tv, non è degno di uno Stato di diritto" il commento all'AGI dell'avvocato Massimo Lovati che difende Sempio assieme alla collega Angela Taccia. La famiglia Poggi Durissima la reazione di Francesco Compagna e Gian Luigi Tizzoni, legali della famiglia della vittima. "La famiglia Poggi è rimasta ancora una volta basita per quanto sta accadendo. Il nostro ordinamento attribuisce alle Procure un amplissimo potere in fase di indagini ma non per questo gli inquirenti possono collocarsi al di sopra della giurisdizione ignorando quanto accertato in un giusto processo, valorizzando - a distanza di quasi 20 anni - delle ipotesi stravaganti e creando in tal modo i presupposti per una loro immediata diffusione sugli organi di stampa". Giuseppe Poggi e Rita Preda hanno anche fatto sapere che l'attizzatoio del camino è sempre stato a casa loro, da quel maledetto giorno. Nelle perquisizioni durate dalle 6 alle 13, i carabinieri hanno prelevato dalla casa dei genitori di Sempio anche i diari che scriveva da ragazzino. "Abbiamo perso tempo - è ancora Lovati che parla -. Hanno preso solo cianfrusaglie". "Sempio è sereno" Angela Taccia, anche lei nel collegio difensivo, sottolinea che Sempio "è sereno ma preoccupato per la madre" che, sentita nei giorni scorsi dai carabinieri, aveva accusato un malore. Oggi potrebbero riprendere le perlustrazioni del canale, mentre venerdì davanti alla gip Daniela Garlaschelli si svolgerà l'udienza per il conferimento degli incarichi agli esperti in vista dell'incidente probatorio sul dna. Clicca qui e iscriviti al nostro canale Whatsapp! Le notizie dell'Agenzia Italia ora anche sul tuo smartphone
CONTINUA A LEGGERE
0
0
0