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Albanese e la trama dei filo Hamas in Italia: finge di non conoscerli ma ci fa i comizi insieme
Oggi 18-08-25, 07:38
Nei giorni scorsi Francesca Albanese, la relatrice speciale Onu sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi occupati, ha minimizzato lo scoop lanciato da Il Tempo in merito alla sua presenza al convegno tenutosi alla Camera dei Deputati per la presentazione del rapporto "Dall'economia dell'occupazione all'economia di genocidio", su invito del Movimento 5 Stelle e in particolare della deputata Stefania Ascari. Proprio lì era stata ritratta in un selfie con Sulaiman Hijazi, uomo che per anni ha orbitato accanto a Mohammad Hannoun, persona ritenuta vicino ad Hamas. Ma lei, quando il deputato di FdI Marco Scurria le ha chiesto delucidazioni in merito a quella foto, ha risposto come una persona totalmente estranea a quel mondo, come se non sapesse di chi si stesse parlando: «Chiunque sia mai venuto ai miei convegni e a tutti gli eventi pubblici cui partecipo sa che c'è sempre grande afflato e partecipazione, grande bisogno di dimostrarmi la solidarietà e francamente non chiedo la carta d'identità né il pedigree a tutti quelli che mi chiedono una foto. Quindi l'ho fatto anche con il signore in questione». Nessuna conoscenza, quindi, stando alla sua versione dei fatti, anche se nel rispondere non si è discostata da chi era accanto a lei. Eppure, poco più di un mese fa è stata ospite e relatrice a un evento organizzato proprio dall'Api, una delle fondazioni di Mohammad Hannoun, l'uomo sanzionato dal dipartimento del Tesoro Usa per aver materialmente assistito, sponsorizzato o fornito supporto finanziario, materiale o tecnologico, beni o servizi a sostegno di Hamas. "Buio su Gaza" è il titolo della manifestazione tenutasi a Lenno sabato 5 luglio dalle 17 alle 21. Almeno a Mohammad Hannoun, che ha avuto proprio Sulaiman Hijazi come vice in diverse associazioni, avrà chiesto la carta di identità? Difficile ritenere che una donna che si occupa proprio di Gaza non sia a conoscenza delle sanzioni in atto e dei volti, peraltro assolutamente non celati, dietro le sigle che orbitano nel mondo pro Pal. Così come è difficile anche solo lontanamente immaginare che lei condivida il palco con soggetti di cui ignora la provenienza: questo perché il secondo a prendere parola è stato proprio il fondatore dell'Api. Erano sullo stesso palco, nella stessa location, l'invito proviene da un'associazione che porta la firma di Hannoun. Anche questo è frutto di un caso? Difficile da credere, anche perché Hannoun non è certo sconosciuto alle cronache italiane: diverse le manifestazioni in cui si esprime con frasi piuttosto opinabili, come quando ha elogiato la vita di Yahya Sinwar, capo dell'ufficio politico di Hamas, mente dell'attacco del 7 ottobre e leader riconosciuto di Hamas: «È stata ingiustamente stroncata» la vita di Sinwar secondo Hannoun e la sua eliminazione «equivale a quella di una qualsiasi donna o di un qualsiasi bambino della terra di Palestina». Lo stesso che durante la carovana tenutasi sabato a Milano per la Palestina ha ammesso, dandoci ragione, che «io sono simpatizzante di Hamas come sono simpatizzante di ogni fazione che lotta per i miei diritti». Quindi, ora, la Albanese prenderà le distanze? O dirà di non conoscerlo? Continuiamo a porle la medesima domanda: in che rapporti è con individui ritenuti vicino a un'organizzazione terroristica che lei, comunque, non definisce mai come tale?
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