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All'Imamaccitua: il predicatore di Torino si scaglia contro Il Tempo
Oggi 25-08-25, 07:36
Più l'inchiesta de Il Tempo va avanti e più il mondo dell'Islam radicale sembra essere preoccupato da ciò che può emergere: è di sei giorni fa un articolo scritto contro di noi dal sito "La luce", che fa capo a Davide (il direttore) e Gabriele Piccardo, che riveste anche il ruolo di consigliere nell'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche in Italia che teoricamente dovrebbe essere il volto del dialogo interreligioso. Ebbene, veniamo pesantemente attaccati con toni minacciosi: «Oggi un foglio di propaganda razzista che si spaccia per quotidiano ha messo in prima pagina una vignetta che ridicolizza un rito religioso praticato da 3 milioni di cittadini e residenti in Italia: la preghiera islamica. Un gesto che non è solo offensivo per i musulmani, ma per chiunque creda nella libertà di culto e nel rispetto delle fedi. Non è satira: è propaganda d'odio, è islamofobia pura, e se fosse rivolta per esempio alla preghiera ebraica vedrebbe un intervento immediato del Presidente della Repubblica e di tutte le cariche istituzionali». A firmare l'articolo è Brahim Baya, predicatore di origini marocchine, portavoce della moschea più importante di Torino e rappresentante della comunità islamica, già noto alle cronache per aver organizzato la preghiera del venerdì nell'università occupata dagli studenti filopalestinesi, con una replica prevista a metà giornata del 24 maggio, al Politecnico, ma per quell'appuntamento è giunta una diffida per cui lui ha gridato allo scandalo. Ecco, quindi, che il leader del coordinamento cittadino "Torino per Gaza", uno dei principali gruppi dell'occupazione delle università torinesi, prosegue dicendo che «avrete tutti notato che chi continua a difendere a spada tratta l'entità genocida è lo stesso che ha alimentato l'odio contro i musulmani in questi ultimi due decenni. Chi giustifica l'affamamento di Gaza è lo stesso che normalizza il razzismo verso i musulmani in Italia. Questa prima pagina non è un'eccezione: è un tassello del sistema che legittima massacri e discriminazioni. E finché resteremo in silenzio, quel sistema continuerà a colpire, oggi i musulmani, domani chiunque osi opporsi». E sullo stesso sito Davide ha intervistato Basem Naim: «Intervista esclusiva ad Hamas da Gaza: Noi sotto assedio non avevamo altra scelta». L'introduzione di Piccardo? «Mentre la Striscia di Gaza viene bombardata senza pietà da Israele siamo riusciti a raggiungere, proprio a Gaza Basem Naim, ex Ministro della Salute del governo Palestinese ed ex ministro del governo di Gaza, importante leader di Hamas e a capo del Consiglio per le relazioni internazionali del movimento di resistenza islamico». Non certo una presa di distanza da Hamas, così come non sono piacevoli le parole che ci hanno rivolto, soprattutto se pensiamo che giorni fa Mohammad Hannoun, considerato una propaggine di Hamas in Italia, ci ha attaccato e accusato di «offensive mediatiche forme di terrorismo intellettuale finalizzate a intimidire e zittire chi difende la giustizia e le convenzioni internazionali. Esortiamo tutti continuare a contrastare le campagne diffuse dall'informazione distorta». Lo stesso Hannoun che tramite il suo centro culturale, il 1° ottobre 2024, ha rilanciato l'iniziativa di Hamza Roberto Piccardo (padre di Davide e Gabriele) sulla diffusione del Corano, tradotto in italiano nel libro intitolato «Vita del Profeta Muhammad», edito da Edizioni Al Hikma, la casa editrice di cui è fondatore. Ad oggi sarebbero state spedite oltre 38.000 copie, il tutto senza chiedere alcun compenso, bensì solo donazioni che possono essere effettuate con un Iban, paypal o la piattaforma gofund me. Ma produrre libri è costoso: come fa, quindi, a reggersi solo su piccoli contributi volontari? E, soprattutto, Piccardo e i suoi figli discostano dalla figura di Mohamed Hannoun? E da Hamas? E l'UCOII come pensa rispondere alle minacce di cui siamo vittime e di spiegarci se la rete filo Hamas è una sola con diversi volti?
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