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Auschwitz, il gesto di Re Carlo fa esultare i tabloid: "Ha fatto la storia"
27-01-2025, 18:23
Re Carlo è oggi in Polonia, primo monarca britannico a mettere piede sul sito di Auschwitz, "come uomo e come re" e in un "pellegrinaggio profondamente personale", per ricordare l'80mo anniversario della liberazione del campo di concentramento Auschwitz-Birkenau. Charles si è unito ad altri dignitari e sopravvissuti all'Olocausto per una cerimonia al museo e memoriale del lager. Il principe di Galles William, invece, rappresenterà la famiglia reale alla cerimonia a Londra per il Giorno della Memoria. Dopo aver varcato il cancello del campo sotto la scritta "Arbeit Macht Frei" (Il lavoro rende liberi) e aver visto la collezione di oggetti personali confiscati alle vittime al loro ingresso ad Auschwitz-Birkenau, il re ha deposto una corona di fiori nel luogo noto come Muro della Morte, dove diverse migliaia di persone furono giustiziate sotto il regime nazista. Descritto come un «pellegrinaggio profondamente personale» per il re e una visita «particolarmente toccante», dopo aver ascoltato le storie dei sopravvissuti ai combattimenti durati molti anni, il viaggio segna la prima volta in cui un monarca britannico visita il sito del campo di concentramento. "Un commosso re Carlo ha fatto la storia diventando il primo monarca britannico a visitare Auschwitz"; scive il tabloid Mirror che ricorda come il sovrano, seduto accanto a re Federico di Danimarca e alla regina Matilde del Belgio, era "emozionato e sembrava asciugarsi una lacrima mentre ascoltava i sopravvissuti". In un evento sull'Olocausto tenutosi a Buckingham Palace all'inizio del mese, il re ha dichiarato riguardo alla visita: "Sento che devo farlo per l'80° anniversario. È molto importante". Una fonte vicina al re ha affermato: "Sebbene Sua Maestà abbia trovato molti modi nel corso degli anni per coinvolgere i sopravvissuti all'Olocausto, so che questa visita ad Auschwitz sarà particolarmente toccante per lui. Non solo per il significato dell'anniversario, ma anche perché è un'opportunità per lui di riflettere sulle tante storie di sofferenza e coraggio che ha sentito da coloro che ne hanno dato testimonianza, proprio dove hanno avuto luogo".
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