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Caso Hannoun, l'inchiesta de Il Tempo sbarca in Usa e Israele
Oggi 28-08-25, 08:49
L'inchiesta condotta da Il Tempo ha assunto un carattere internazionale: diverse le testate sia in America che in Israele che stanno seguendo il caso di Mohammad Hannoun, soggetto sanzionato dagli Stati Uniti d'America in quanto ritenuto propaggine di Hamas in Italia che ha frequentato anche di recente diversi esponenti della politica italiana del Movimento 5 Stelle e del Pd. «I pericolosi legamitra la sinistra italiana e l'uomo di Hamas», è questo il titolo a tutta pagina con cui il giornale israeliano Ynet riprende quanto scritto da noi sottolineando che «gran parte dell'opinione pubblica e dei media mainstream esprime apertamente un odio che travalica le posizioni politiche. Ma ora una serie di indagini ha rivelato una novità: importanti esponenti della sinistra italiana sono in costante contatto con l'attivista di Hamas Mohammad Hannoun e i suoi collaboratori, e stanno promuovendo una politica contro Israele». Ma a parlane è anche Yediot Ahronoth, il principale quotidiano israeliano che, sul cartaceo, ci ha dedicato un'intera pagina sul tema delle carte del Sismi, desecretate in parte da Renzi nel 2014, nella disponibilità del Parlamento, e per cui oggi si chiede che vengano desecretati ulteriori file relativi ai vertici di Abu Nidal, uno dei nomi chiave del terrorismo di matrice palestinese nella seconda metà del Novecento, responsabili dei 17 morti e 216 feriti causati dagli attentati. In quel file scopriamo che c'è scritto un nome identico a quello di Mohammad Hannoun, motivo per cui ci siamo chiesti se si trattasse solo di un caso di omonimia o di qualcosa in più. Si tratta o no del presidente dell'Api, l'Associazione dei Palestinesi in Italia, dell'ABSPP e della Cupola d'Oro? Un'inchiesta rilanciata anche da The Media Line, un'agenzia di stampa americana che si occupa della copertura del Medio Oriente: «La rivelazione ha innescato un'azione politica. Federico Mollicone, deputato di Fratelli d'Italia, partito al governo, ha presentato un'interrogazione parlamentare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ai Ministeri dell'Interno, della Giustizia e della Difesa», scrivono nel loro articolo incentrato sul nostro lavoro dal titolo «L'inchiesta collega un attivista palestinese in Italia al dossier sul terrorismo degli anni '80». Stesso tema anche dal quotidiano israeliano Makor Rishon. Ma c'è anche un altro nostro scoop che è volato oltreoceano: «Rapporto non verificato: ex spia italiana afferma che Hamas ha ucciso 30 persone nel raid a Gaza e denuncia la presenza di truppe statunitensi», è questo il titolo di The Media Line incentrato sull'intervista di Francesca Musacchio realizzata a Marco Mancini, ex alto funzionario dell'intelligence italiana, in cui ci ha rivelato che «AKhan Younis, mercoledì 20 agosto, un commando terroristico di Hamas composto da 15 uomini è riuscito a penetrare in una caserma israeliana passando attraverso un tunnel sotterraneo. La caserma era altamente sorvegliata, con militari israeliani e americani, oltre a quattro carri armati. I terroristi erano perfettamente informati: avevano fotografie, nomi e piantine dettagliate. Hanno ucciso 30 persone, incluso il comandante. L'ultimo terrorista si è fatto esplodere all'arrivo dei droni israeliani». I nostri casi, anche se la sinistra italiana non dice nulla se non minacciare querele, anche sei tentativi di intimidazione non si contano più, andremo avanti nel chiedere chiarezza su quali rapporti ci siano tra l'area dem e uomini vicini ad Hamas.
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