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Cirielli: "Convinti di vincere. Mastella? Il benvenuto"
Oggi 23-10-25, 15:34
«In sette giorni abbiamo fatto qualcosa di incredibile. Da venti punti di scarto ne è rimasto solo qualcuno. La scelta di parlare di quello che non va e come cambiarlo sta dando i suoi frutti. Ecco perché siamo convinti di vincere». A dirlo Edmondo Cirielli, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Campania. Commenta, dunque, in modo positivo le ultime rilevazioni? «Di solito non credo molto ai sondaggi, mentre ritengo importante quello che vedo e sento tra la gente. Sono abituato ancora al vecchio porta a porta. E devo constatare che, al di là dei nostri elettorali tradizionali, registro un numero elevato di persone di sinistra sconcertate per l'alleanza tra il Pd e Fico, dopo che se ne sono dette di cotte e di crude. Medesimo ragionamento vale per l'idea che quest'ultimo ha di amministrare un ente complesso come la Regione. Motivo per cui ritengo che ci sarà un'altissima percentuale di voto disgiunto». Puntate molto su questo aspetto? «Governare la Campania va oltre la solita diatriba politica. È sbagliato buttarla in caciara tra destra e sinistra. Occorre guardare i programmi e chi può realizzarli al meglio». Diversi, intanto, sono i deluchiani, soprattutto tra i centristi, disposti a lasciare il campo largo. Li accoglierete? «A noi interessa avere a che fare con persone serie e di qualità. Non ci interessa da dove vengono, ma dove vogliono andare. Ecco perché chi, in modo autonomo, intende condividere un progetto non può che essere ben accetto. Diversi, d'altronde, sono i consiglieri eletti nell'attuale maggioranza e candidati nelle nostre fila perché scettici rispetto alla capacità della sinistra e del suo capofila». Siete disponibili ad accogliere anche Mastella, nel caso in cui decidesse di cambiare idea? «Mastella è un bravo amministratore e ha consenso sui territori. In molti lo seguono e ciò in democrazia conta. Se condivide il nostro programma e il nostro progetto è il benvenuto, come tutti gli altri. Sono abituato a giudicare le persone sul piano dei fatti e non su quello personale». Cosa ne pensa, invece, delle candidature a sinistra, in particolare di Souzan Fatayer? «La ritengo allarmante. Parliamo di una persona che ha praticato ed espresso parole di odio nei confronti degli ebrei e dello Stato d'Israele, nonché di chi dimostrato simpatia per un'organizzazione terroristica capace di commettere atti barbarici come quello del 7 ottobre. Si assumeranno un'enorme responsabilità sia la coalizione, sia il partito che l'ha candidata, sia il presidente che la sostiene». Ieri l'ex ministro Sangiuliano ha ufficializzato la sua discesa in campo. Non teme il confronto con la Boccia? «Parliamo di una vicenda personale e sentimentale, finita da tempo. Non c'entra nulla con la politica. Sangiuliano è un valore aggiunto. Parliamo di una profilo che, in termini di idee e proposte, potrà dare molto alla nostra coalizione. La sua esperienza e le sue competenze saranno fondamentali in questa partita». Fico e il codice etico per i suoi candidati, condivide tutto questo rigore? «Innanzitutto bisogna vedere se lo rispetterà. Tra il dire e il fare c'è il mare. Detto ciò, non lo condivido. Essendo garantista, se un soggetto in base alle leggi si può candidare perché non dovrebbe farlo? Non decidono le indagini chi deve o non deve fare politica, tranne che non ci siano delle evidenze di prova. Non dimentichiamo che la nostra coalizione una volta si chiamava Casa delle Libertà, poi Popolo delle Libertà, quindi per noi le libertà non sono uno slogan, ma un contenuto». C'è, però, chi l'accusa di essere troppo di destra? «Sono profondamente liberale sui valori individuali, mentre su quello degli assetti sociali sono profondamente progressista e non sedicente, come chi mi accusa. È chiaro, poi, che sono pure conservatore e patriota. Ho una formazione multiculturale o meglio sono un cittadino di questo tempo». Ritornando agli impresentabili per il codice etico pentastellato, sarebbe pronto a dargli spazio? «Dipende da cos'è questo codice. Fico non ci può dare lezioni. Avere un'indagine, ripeto, non significa non essere all'altezza del compito. Preferisco i contenuti alle frasi ad effetto. E se qualcuno li ha e la legge gli consente di farsi portavoce, perché rinunciarci?».
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