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Regionali, Mastella: «Con il solito rigorismo e populismo dei 5 Stelle perderemo ovunque»
Oggi 29-09-25, 08:13
«Se il campo largo non guarderà al centro perderà in tutte le Regioni. Basta codici etici e populismi». A ribadirlo Clemente Mastella, sindaco di Benevento e già ministro della Giustizia. Quale consiglio si sente di dare a Fico per vincere nella sua Campania? «Deve capire che si candida a essere il presidente di tutti e non soltanto del M5S. Quando andavano da soli i 5 Stelle potevano pensare di avere un atteggiamento rigorista, ma in questo caso Fico è a capo di una squadra eterogenea e, quindi, ha il dovere di rispettare tutte le sensibilità». Il campo largo, in Campania, come in Italia, è troppo di sinistra? «La linea è troppo a sinistra e questo è un limite. Se facciamo qualche calcolo aritmetico, la differenza tra le due coalizioni è minima e, quindi, bastano pochi decimali per vincere. La priorità è, dunque, accaparrarsi quell'elettorato che sta nel mezzo. Se non tieni conto di ciò, rischi il suicidio». Come cambiare approccio? «Ho sempre detto che i 5 Stelle mi stanno sulle p...e, così come credo di non essergli tanto simpatico. Questa, però, non è una giustificazione per non superare la logica delle guerre puniche in eterno». La strada maestra, dunque, potrebbe essere quella dei programmi? «Assolutamente! Mastella è innanzitutto un sindaco. Se mi viene prospettata un'idea di governo che ritengo possa portare benefici alla mia città e alla mia Regione sono obbligato a sostenerla». L'ex presidente della Camera, intanto, propone meno liste. Sarà una strategia per escludere Mastella? «Lo ritengo un approccio sbagliato. Non si possono mettere insieme i carciofi con i meloni. Se uno ha i numeri per presentare una compagine e la legge lo consente, perché mettere limiti?». Altra regola che sta facendo discutere è quella sul codice etico, che vieta di presentarsi a chi ha avuto un avviso di garanzia... «Diffido sempre dai teologi morali. Solitamente sono più immorali degli altri. È ovvio che se uno ha un'attinenza con la camorra o la criminalità in genere, un partito non lo propone. Voglio capire, però, che etica ha avuto chi in Calabria ha candidato Lucano. Medesimo ragionamento vale per Vendola. Bene metterlo in lista, ma non è che chi sta a sinistra può essere candidato a prescindere, mentre se è uno di centro bisogna alzare un polverone». Se il centrosinistra in Campania ha già sciolto le riserve, dall'altra parte dello schieramento è tutto in fase di costruzione. Si vocifera di una discesa in campo del prefetto Michele Di Bari. La ritiene una decisione vincente? «Quando si parla di amministrative sono il primo a essere per le candidature civiche. Alle regionali, invece, preferisco quel centrodestra che sceglie profili politici, soluzioni alla Zaia, alla Schifani o all'Acquaroli». Tornando ai temi, su certe questioni, come la riforma della giustizia, bisognerebbe andare oltre gli steccati partitici? «Riforme così importanti occorre farle col consenso di tutti. Se ogni governo che arriva ritiene di cambiare, sbaglierà sempre». Autorevoli profili di sinistra, come Bettini, intanto, esprimono parere favorevole alla separazione delle carriere... «Quando hai fatto la tua stagione politica e guardi le questioni dall'alto, puoi valutare meglio le cose rispetto a chi, invece, deve scalare le gerarchie interne». Anche nella politica estera, è emersa qualche contraddizione tra i progressisti. Che idea si è fatto rispetto alla vicenda Flotilla? «Avrei accettato l'invito del Capo dello Stato, del presidente della Cei Zuppi e del patriarca di Gerusalemme senza esitazione. Non farlo è una scelta irresponsabile».
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