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Così Beppe Sala zitto zitto ha aiutato l'Imam della moschea abusiva
Ieri 08-07-25, 08:21
Una domenica pomeriggio all'insegna dell'islam sciita quella che hanno vissuto i cittadini milanesi: in occasione della celebrazione dell'Ashura, la festività islamica che commemora il martirio del nipote di Maometto, più di mille musulmani hanno occupato la zona della Stazione Centrale provvedendo prontamente a tenere le donne, interamente velate, separate dagli uomini con un telo nero. C'è un dettaglio, però, che dovrebbe far ulteriormente preoccupare: il momento di preghiera tenutosi prima della marcia è stato affidato, tra gli altri, all'Imam della Moschea di Milano di via Valsolda, tanto che il servizio d'ordine aveva il loro nome sulle pettorine. Come quasi tutti i loro centri di preghiera, non essendo adibiti per legge a luoghi culto, si nascondono sotto il nome di centro culturale. E, infatti, questo si chiama “Imam Ali”. Eppure, non è arrivata nessuna parola di condanna da parte della sinistra che dice di battersi contro il patriarcato, né tantomeno da parte del sindaco Beppe Sala per il modo in cui sono state trattate le donne. Se da un lato tutto ciò viene consentito, ieri si è tenuta la prima riunione del Consiglio Nazionale di Difesa e Sicurezza sul problema dei Fratelli Musulmani che oggi, dopo il report degli 007 francesi, è diventato un vero e proprio allarme. Era stato proprio Macron, infatti, a richiedere chiarimenti dopo un iniziale fastidio per il fatto che la notizia fosse trapelata, perché il rapporto aveva evidenziato una «minaccia alla coesione nazionale» dovuta allo sviluppo dell'islamismo “di base” da parte della Fratellanza Musulmana. Una riunione, alla presenza del ministro dell'Interno Bruno Retailleau, la ministra dell'Istruzione Élisabeth Borne e dello Sport Marie Barsacq, durante la quale sarebbero state presentate al capo dello Stato alcune proposte per arginare il fenomeno, ma pare che Macron stesso abbia insistito affinché non ci fossero fughe di notizie. Eppure, secondo quanto ci risulta, avrebbe chiesto con una certa urgenza una proposta che diventi legge entro fine anno per lottare contro il separatismo e sul tema dei finanziamenti. Ma, nonostante il problema sia grave e richieda misure urgenti, sono in molti a ritenere le soluzioni troppo deboli. È proprio per questo clima rovente che l'europarlamentare della Lega Anna Maria Cisint sottolinea come «il volto sempre più pre v a l e n t e dell'Islam che si manifesta oggi in Europa è quello radicale, incompatibile con i principi fondamentali della nostra Costituzione. Lottiamo contro l'imposizione della Sharia, contro la sottomissione, contro l'umiliazione delle donne. E mentre continuiamo questa battaglia, aspettiamo ancora un segnale dalle femministe rosse. Noi, a differenza della sinistra, stiamo dalla parte della libertà». A denunciare la situazione è anche il capogruppo in commissione Cultura e Istruzione a Montecitorio, Rossano Sasso: «Qui non c'entra la libertà di culto: la religione islamica e la sharia sono incompatibili con il nostro ordinamento, con i nostri princìpi e con la nostra libertà. Serve una seria presa di coscienza per difendere la nostra identità, ad iniziare dalla scuola: per questo ho depositato la settimana scorsa una risoluzione che limiti la diffusione di pratiche islamiste nelle nostre scuole».
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