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Sardone: "Questo è il momento di intervenire contro le moschee irregolari"
Oggi 24-06-25, 07:48
«Potrebbero esserci anche soggetti radicalizzati, collegati o vicini a organizzazioni terroristiche, con la volontà di pianificare attentati in autonomia, come abbiamo già visto in diversi Paesi europei». Sono queste le parole della vice segretaria della Lega Silvia Sardone dopo l'innalzamento delle misure di sicurezza da parte del Ministro dell'Interno Piantedosi, in seguito al conflitto tra Iran e Israele, attivando l'allerta sul rischio di attentato in Italia. Si teme che ci possano essere atti dimostrativi da parte dei fondamentalisti islamici? «Le preoccupazioni sono fondate, a partire dalla possibile presenza di cellule dormienti in Europa. Inoltre, in Italia l'attenzione è già alta da anni. D'altra parte, gli attacchi dei cosiddetti "lupi solitari" sono una costante in tutta Europa. Il nostro Paese dispone di un apparato di sicurezza all'avanguardia e il livello di allerta è elevato da tempo. Il tema del radicalismo in Europa non può più essere ignorato: oggi è la minaccia più grave per la sicurezza interna del continente». Questo può essere il momento giusto per indagare anche sulle moschee irregolari? «Lo diciamo da anni: in assenza di informazioni certe sui finanziamenti, sugli imam e su chi frequenta questi luoghi di culto, molti centri dovrebbero essere chiusi, a partire da quelli abusivi. Non esistendo accordi tra lo Stato e le comunità musulmane, non si dovrebbero concedere agevolazioni o riconoscimenti ufficiali. Quotidianamente assistiamo alla presenza di estremisti che frequentano questi spazi, dove il fondamentalismo rischia di diffondersi con forza». Cosa si nasconde dietro le cosiddette associazioni culturali? «Spesso Stati stranieri, come il Qatar e la Turchia, hanno promosso politiche di espansionismo religioso, sostenendo le strategie del cosiddetto "Islam politico". Esistono poi alcuni centri islamici che diffondono visioni molto conservatrici dell'Islam, in cui la donna è considerata priva di libertà e ridotta a oggetto. A ciò si aggiungono pratiche come i matrimoni combinati, l'infibulazione e la poligamia, totalmente incompatibili con i nostri valori e soprattutto con le leggi italiane. Preoccupa, infine, che molte di queste realtà indichino come obiettivo la diffusione della sharia nel nostro Paese». Come si fa a mappare a tappeto la situazione? «Quando emergono casi come l'imam di Bologna, in cui ci sono persone che dimostrano disprezzo per il nostro Paese e per la nostra libertà, andrebbero allontanati. Attenzione: non sono episodi isolati, ma nelle grandi città italiane, con il crescente numero di centri islamici, è sempre più frequente imbattersi in chi promuove una visione radicale dell'Islam». Quali le misure che la Lega vuole intraprendere? «La lotta contro l'islamismo radicale e contro il rischio di una sottomissione dell'Europa è una delle grandi sfide dei prossimi decenni. L'islamizzazione va fermata con determinazione. Da tempo, con i colleghi della Lega, sostengo la necessità di intervenire anche in ambito scolastico: penso, ad esempio, al divieto del velo islamico nelle scuole e ad un controllo più rigoroso su certe scelte operate da alcune scuole, come le chiusure per il Ramadan, visite a moschee e l'eliminazione delle merende in funzione del digiuno».
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