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Dai terroristi francesi alla scuola di Verona. Così in Italia cresce l'Islam radicale
Oggi 24-05-25, 10:48
Il movimento dei Fratelli Musulmani ha basato la sua politica di influenza sull'azione dei predicatori che hanno attraversato il territorio nazionale per quattro decenni. Il report effettuato dai Servizi di intelligence francesi su di loro chiarisce in modo preoccupante come il fondamentalismo islamico si sia radicato in modo forse irreversibile in Francia, ma anche nel resto d'Europa. Il disegno è unico e riguarda anche l'Italia, precisamente Verona: «L'Istituto Italiano degli Studi Islamici e Umanistici, noto come “Bayan”, ha ricevuto finanziamenti kuwaitiani attraverso l'International Islamic Charity Organisation. Diventerebbe il principale centro di formazione per gli imam in Europa». La diffusione è capillare e possiamo scorgere come, in base alle prove raccolte, ci siano almeno 280 associazioni legate al movimento «che operano in una moltitudine di settori che inquadrano la vita dei musulmani (culturale, caritatevole, scolastica, professionale, giovanile o finanziaria)». Perché ciò che vogliono mettere in atto sono ecosistemi locali in cui il fulcro siano le moschee e le scuole, su cui investono per diffondere i loro dettami. E, a proposito di fondi, viene nominata in particolare una banca tedesca, la KT Bank, identificata nelle carte come la «prima banca islamica in Europa, con sede in Germania. Sembra essere una struttura cardine per il finanziamento delle principali associazioni di musulmani in Francia». Andando a verificare sul sito della banca si legge, infatti, che offrono «un portafoglio completo di prodotti e servizi di finanziamento e investimento islamici, in linea con i principi di attenzione al valore, responsabilità sociale e trasparenza del settore bancario islamico». Il modo in cui si muovono i Fratelli Musulmani è poliedrico: «Mettendo radici nei quartieri a maggioranza musulmana generalmente impoveriti, il più delle volte territori di intervento prioritario della politica della città, soddisfano i bisogni della popolazione. Le norme sociali (velo, barba, abbigliamento, rispetto per i giovani del Ramadan) si impongono qua e là, man mano che l'ecosistema si solidifica». I loro leader e attivisti, per far sì che le loro posizioni si insinuino, però, hanno anche infiltrazioni politiche. Ma l'interesse non è tanto a livello nazionale quanto locale dove «investono molto per portare avanti la loro agenda e rafforzare i loro ecosistemi. Senza ricorrere, in questa fase, alla costituzione di liste comunitarie, esercitano una pressione crescente, a volte violenta, con i dirigenti locali grazie a una strategia di riavvicinamento avviata negli anni '90. L'agenda islamista avrebbe quindi trovato "uno sbocco ideale nel contesto municipale", dove si è stabilito un rapporto di forze elettorali». In che modo? Tramite la mobilitazione dell'elettorato a maggioranza astensionista dai quartieri popolari, la distribuzione delle istruzioni di voto, la negoziazione di misure comunitarie sui programmi elettorali, l'ottenimento di posizioni locali: mandati comunali, gestione di società sportive, sindacati o organizzazioni di edilizia popolare. Il punto è che, come viene ampiamente argomentato, il carattere sovversivo dell'islamismo politico «che mira a cambiare l'ordine politico e sociale, è molto presente dalla nascita della fratellanza al fine di promuoverne la diffusione in Europa». No, non è solo la Francia, l'Islam radicale, è già tra noi.
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Il Tempo
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