s

In Italia la più grande scuola islamica d'Europa. I soldi del Kuwait e l'allarme degli 007 francesi
Oggi 23-05-25, 10:08
Il fondamentalismo islamico esiste, è ben radicato in Europa e si sta diffondendo ben oltre i confini che qualcuno vuole raccontarci. Ad allarmare, ora, è il report dai Servizi di intelligence francesi sui Fratelli Musulmani che però, purtroppo, non riguarda solo la Francia, ma anche l'Italia. L'elemento che possiamo aggiungere è eclatante: vede al centro Verona e quello che, secondo il report, potrebbe diventare il più grande centro di formazione per imam in tutta Europa. Come si legge nelle carte «l'Istituto Italiano degli Studi Islamici e Umanistici, noto come Bayan, ha ricevuto finanziamenti kuwaitiani attraverso l'International Islamic Charity Organisation. Diventerebbe il principale centro di formazione per gli imam in Europa e rilascerebbe un diploma di insegnante professionista a beneficio delle scuole e dei centri islamici in Europa». Ed è proprio l'Europarlamentare della Lega Anna Maria Cisint che sottolinea come «con preoccupante concretezza, viene evidenziato il rischio reale di una sovversione democratica in Europa da parte di cellule fondamentaliste legate ai Fratelli Musulmani, attraverso il proselitismo, la predicazione e la formazione nelle moschee e nelle scuole private». L'istituto veronese, infatti, sarebbe stato indicato come un satellite delle reti associative attive in Europa: «È ciò che denuncio da tempo: moschee e scuole coraniche che operano nell'ombra, prive di controlli e regolamentazione, spesso risacche di illegalità e predicazione dell'odio verso l'Occidente. La strategia delle comunità radicalizzate è presentarsi come moderate, per poi imporsi applicando la Sharia e la sovversione dello Stato di Diritto», prosegue allarmata la Cisint. Tutto ciò avviene in un quadro già di per sé molto complesso: vi abbiamo raccontato della crescente islamizzazione di Paderno Dugnano, dove il tempio dei testimoni di Geova è stato acquistato dalla “Casa della cultura musulmana” per 550.000 euro. Poi l'episodio della scuola primaria di Santa Maria a Crema, dove un imam ha tenuto una lezione sull'Islam. Prima ancora quello della scuola di Pioltello chiusa per Ramadan e dell'istituto di Treviso in cui, durante una gita, alcuni bimbi sono stati fatti inginocchiare in una moschea. Una situazione che non si può più fingere di non vedere. Non è islamofobia, come qualcuno vuole far credere, e il dossier francese, risultato di una valutazione estremamente approfondita lo chiarisce, delineando il fenomeno dei Fratelli Musulmani come una «minaccia per la coesione nazionale» tanto che Macron ha convocato un Consiglio di difesa all'Eliseo chiedendo al governo di presentare «nuove proposte» alla luce della «gravità dei fatti». Il dossier è estremamente dettagliato e vengono prima tracciate le radici storiche e culturali di questo movimento, per poi giungere al vero piano che i Fratelli Musulmani cercano di mettere in atto: «La strategia di dispiegamento continua a concentrarsi sugli investimenti nel campo del culto (moschee, formazione di quadri religiosi), dell'istruzione (apertura di scuole confessionali) e sociale». Si mette in evidenza la «preminenza della legge coranica sulla legge della Repubblica («il Corano è la nostra costituzione»), l'inferiorizzazione delle donne, l'incapacità di concepire l'alterità, in particolare religiosa (intrinseca superiorità dell'Islam e condanna dell'apostasia), l'antisionismo o addirittura antisemitismo». Proselitismo, applicazione della Sharia, considerata da loro la «Grande Legge Islamica» e «strategie di occultamento, in particolare per quanto riguarda la raccolta di finanziamenti esteri». La conclusione cui giungono gli esperti è a dir poco preoccupante: «Sembra necessaria un'azione sul campo risoluta e a lungo termine per arginare l'ascesa dell'islamismo politico. Sembra essenziale accompagnarlo con una consapevolezza dell'opinione pubblica, che deve conciliarsi con un rinnovato discorso laico, segnali forti e positivi per la comunità musulmana». E, se non bastasse, viene evidenziato come la realtà che abbiamo davanti ponga il rischio di un attacco al tessuto associativo e alle istituzioni repubblicane, autorità locali in primo luogo, e più in generale alla coesione nazionale. L'islam, dati alla mano, si sta insinuando nelle nostre istituzioni e nella nostra società da anni. Ora chi ha ignorato questa deriva riuscirà ad ammettere di aver sottovalutato il tema?
CONTINUA A LEGGERE
1
0
0
Guarda anche
Il Tempo
16:49
Piazza di Siena, EQUtv partner del Concorso Ippico
Il Tempo
16:41