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Garlasco, il caso del Dna che "cambia" a distanza di pochi anni
Ieri 11-06-25, 14:25
A Mattino5, nell'approfondimento condotto da Federica Panicucci, si torna a parlare di Garlasco. Della lunga lista di errori commessi dagli inquirenti sulla scena del crimine, dal gatto libero di girare nella villetta fino agli operatori entrati senza calzari. Per l'omicidio di Chiara Poggi è stato condannato Alberto Stasi, ma il suo Dna non c'è sul luogo del delitto avvenuto il 13 agosto 2007. Sulle unghie della vittima c'è invece, per la Procura di Pavia, quello di Andrea Sempio, ora indagato per omicidio in concorso con altre persone. Una presenza che Sempio giustifica con il fatto di aver frequentato la casa, dunque con un trasferimento del suo profilo genetico dalla tastiera del computer di Chiara, toccato prima da lui e poi dalla ragazza. Ipotesi che non convince la giornalista de Il Tempo, Rita Cavallaro, ospite del programma insieme con l'avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Renzis, il difensore di Sempio, Massimo Lovati, il direttore del settimanale Gente, Umberto Brindani e la giornalista Candida Morvillo. "Abbiamo a processo la dichiarazione testimoniale del genetista, professor Francesco De Stefano, che a precisa domanda dell'avvocato Tizzoni, il quale chiede se il Dna sulle unghie di Chiara sia da contatto diretto o da contatto mediato, non ha dubbi e nel 2014 risponde per contatto diretto", spiega Cavallaro. "Oggi quel contatto è diventato mediato. Tra l'altro", aggiunge, "è interessante il fatto che Sempio, fino al 15 aprile, abbia sempre sostenuto di essere andato a giocare al pc nella stanza di Chiara e nel salone, dove giocavano ai videogiochi. Il 15 Sempio viene chiamato dai carabinieri di via della Moscova per prendergli nuovamente le impronte, tra cui le palmari, e da lì, a quel punto, comincia a dire che lui è stato in tutte le stanze", conclude Cavallaro. Non solo, il 24 dicembre 2016 la madre di Chiara, Rita Poggi, raccontava che sebbene Sempio conoscesse la villetta di via Pascoli "non c'è mai entrato". I genitori, all'epoca, sostenevano che l'amico del figlio "suonava il campanello, Marco usciva ed andavano in giro per Garlasco e dintorni come normali 18enni". Il direttore Brindani ricorda poi l'esclusiva de Il Tempo: "Quando nell'immediatezza fu chiesto ai genitori di Chiara di elencare le persone che avevano frequentato la casa negli ultimi tempi, per poterli escludere da eventuali tracce trovate, i genitori fecero un elenco di 48 persone, compreso il falegname, e non c'era il nome di Sempio. Quindi vuol dire che si sono dimenticati allora e Sempio ha avuto un ritorno di memoria successivo, però è strano, ora manca solo che frequentasse pure la camera da letto dei genitori". Sulla questione è intervenuto l'avvocato Lovati, il quale ha detto che "quella lista assomiglia molto alla lista della spesa. E si sono dimenticati, come tutte le liste dalla spesa, di qualche prodotto da acquistare, tipo i pomodori". Una metafora, per sottovalutare un elemento che certo salta all'occhio. Tanto che la risposta dell'avvocato De Rensis non si è fatta attendere: "Voglio ricordare che per Stasi, all'epoca, elementi molto meno importanti di questi, sono stati molto più attenzionati. Quindi diciamo che io tutte queste coincidenze, scontrino, impronte e compagnia cantante, le considero in un altro modo. Credo che la presenza sia difficile da escludere, vedremo se ci saranno altre tracce, insieme alle indagini tradizionali che stanno andando avanti e, secondo me, anche molto forte".
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