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Gelmini: "Il posto dei cattolici liberali è soltanto nel centrodestra"
Oggi 13-03-25, 16:23
Oggi il posto dei cattolici liberali è nel centrodestra». Non utilizza giri di parole Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati-Centro Popolare, a margine dell'evento "Cattolici liberali in politica l'impronta che vogliamo dare", tenutosi presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato. «Il Partito Democratico di Elly Schlein - tuona - non ha semplicemente rinunciato a riformismo e garantismo, ma a rappresentare i valori cattolici, da un lato inseguendo la cultura woke, dall'altro portando agli estremi la sfida dei diritti civili». Ragione per cui il soggetto politico, guidato da Maurizio Lupi, si pone come sfida per il futuro quella di porre «quelle fondamenta che anni di relativismo e globalismo, senza se e senza ma, hanno distrutto, facendo dimenticare che esistono dei doveri». L'ex ministra, poi, facendo riferimento al rapporto tra fede e ragione, di cui parlava Benedetto XVI, sottolinea l'importanza del confronto con quei corpi intermedi, troppo spesso dimenticati. A Palazzo Madama, presenti, infatti, diversi esponenti del mondo dell'associazionismo e della società civile, tra cui: Daniela Fumarola, segretaria generale della Cisl, Carlo Curatola, vicesegretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) e Domenico Menorello, componente del Comitato Nazionale di Bioetica. «La politica - sottolinea Gelmini - deve uscire dai social network e tornare a misurarsi con la realtà, con le persone, ma anche con i portatori di interesse e soprattutto, laddove esistono, di valori. Penso in particolare ai milioni di italiane e italiani che si dedicano ad attività di volontariato, che prestano parte del loro tempo ad aiutare gli altri». Il valore aggiunto dei cattolici, secondo Mara Carfagna, deputata di Noi Moderati - Centro Popolare, sta nel «pragmatismo, inteso come la capacità di misurarsi con le realtà, senza lasciarsi dettare l'agenda da ideologie astratte». Questa, a suo parere, è l'unica «vera alternativa in questi tempi difficili alla politica degli opposti estremismi, alla politica guerreggiata, alla politica di chi delegittima e aggredisce l'avversario soltanto per ricavarne un consenso elettorale. Ciò tiene in ostaggio le nostre democrazie, facendole oscillare dal politicamente o meglio dal follemente corretto a quello di chi si sente autorizzato a dileggiare le diversità e le minoranze». Un processo, dunque, pericoloso che, talvolta, finisce col portare chi si adopera per la cosa pubblica «a distogliere l'attenzione dai problemi veri con cui i cittadini fanno i conti: l'insicurezza, il calo del potere d'acquisto, l'impoverimento del ceto medio, il calo demografico e il lavoro». Ragione per cui occorre un "altro" paradigma, secondo cui, attraverso il dialogo, si cerca la mediazione più utile per risolvere le difficoltà della quotidianità. «L'articolo 1 della Costituzione - evidenzia Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati - dice che la sovranità appartiene al popolo. Pensate oggi a come quest'idea sia distorta, deformata e strumentalizzata. Troppo spesso è strumento di battaglie ideologiche e politiche». Tesi su cui si ritrova il suo amico ed ex ministro Maurizio Sacconi, ospite speciale dell'evento promosso dai cattolici liberali, che spiega come in questo quadro di nuove e forti crisi serva «meno Stato e più società».
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