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Gli insulti di De Luca che tratta con Schlein per il figlio e attacca la moglie di Cirielli
Ieri 31-07-25, 08:41
Ennesima figuraccia o meglio caduta di stile per il governatore De Luca. Il presidente della Campania si distingue per un'ingiustificata invettiva nei confronti della professoressa Maria Campitiello, responsabile del Dipartimento di Prevenzione del ministero della Salute. Il primo scontro avviene nel pomeriggio di martedì all'Università Vanvitelli di Caserta. Mentre si presenta una nuova terapia per combattere una malattia rara che produce cecità, lo sceriffo attacca la docente solo perché moglie di Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri e tra i nomi proposti dal centrodestra per guidare la Regione. Le accuse dello “sceriffo” sono gravissime. Parla, infatti, di «ricatto del governo per non far uscire la Campania dal piano di rientro sanitario». Parole inammissibili a cui non ci sta il direttore, che interpellata risponde: «Se pensa che sia davvero così – ribatte - la invito a denunciare e dimostrarlo il 4 agosto». Il riferimento è alla riunione che si terrà a Roma in quella data e in cui Palazzo Santa Lucia dovrà dimostrare di aver svolto quanto necessario per far quadrare i conti. Il governatore, però, si dice certo di aver superato gli obiettivi richiesti e quindi consiglia all'esperta di «non avventurarsi sul piano politico». Campitiello gli risponde, sostenendo di essersi addentrata solo su “aspetti tecnici”. La diatriba, quindi, dovrebbe essere chiusa. Non è così. Lo “sceriffo”, senza alcun preavviso, in un punto stampa a Pineta Grande, nel pomeriggio di ieri, torna sulla questione e realizza una vera e propria invettiva nei confronti della povera dirigente ministeriale: «Sul West Nile (la zanzara che spaventa mezzo pianeta, ndr) – tuona non c'è emergenza, ma la cosa che deve invece farci preoccupare è che noi abbiamo come interlocutore nazionale di fronte a una possibile epidemia la professoressa Campitiello, totalmente inadeguata e impreparata per un ruolo così importante, assunta per ragioni di clientelismo politico, per via di parentele». Secondo il “politico dei lanciafiamme” non sarebbe neanche «competente a livello organizzativo perché non ha mai guidato un'unità operativa semplice o complessa di un ospedale». Il ministero della Salute, a suo parere, sarebbe diventato «una bottega di famiglia». Dichiarazioni, dunque, pesantissime che non passano inosservate alla politica e che irritano e non poco la comunità scientifica, considerando che la nuova vittima di De Luca è tra i profili più apprezzati e riconosciuti per aver innovato un settore importante come quello della ricerca e della prevenzione. A prenderne le difese, ad esempio, è Antonio Gasbarrini, direttore scientifico del Gemelli Irccs di Roma. «Non entro – chiarisce – in dinamiche personali o polemiche che nulla hanno a che vedere con la competenza e la serietà delle persone. Per quanto mi riguarda, Mara Campitiello è sempre stata una dirigente del ministro della Salute corretta e preparata, con cui ho avuto modo di collaborare in contesti istituzionali. Il suo lavoro è stato improntato alla professionalità e al rispetto dei ruoli». Sul caso interviene pure un profilo del calibro Enrico Gherlone, rettore del San Raffaele di Milano. «Negli anni – commenta – ho visto tante organizzazioni al ministero della Salute e devo dire che questa governance funziona bene. Dire una cosa diversa vuol dire sostenere una falsità. C'è stata un'importante riorganizzazione, grazie all'azione di un personale qualificato di cui, senza ombra di dubbio, fa parte la professoressa Campitiello, che sta dimostrando, con i fatti, tutto il suo valore professionale, nonché la sua indiscutibile efficienza. Non voglio entrare nelle polemiche, ma parliamo di un qualcosa che è innegabile a chi è del settore». Ecco perché l'ulteriore polemica di De Luca sembra essere “costruita ad arte” dal centrosinistra per attaccare la maggioranza. Non a caso il governatore solleva il caso soltanto nel momento in cui trova l'accordo, al Nazareno, per salvaguardare il proprio ruolo nel partito o meglio la sua sopravvivenza politica. In una recente cena con la segretaria Schlein, il presidente uscente non solo avrebbe chiesto un incarico nella capitale per il figlio Piero, ma soprattutto l'assessorato alla sanità della Campania per un suo fedelissimo, ruolo a cui il “vicerè di Salerno” non intende rinunciare per alcuna ragione al mondo. Più di qualcuno sui social, quindi, se l'è presa con quell'amministratore che dovrebbe avere come unica priorità la tutela dei cittadini rispetto a un nuovo pericolo e non, invece, creare una frattura nella filiera che, nel momento in cui si affronta un'emergenza, vedi Coronavirus, può finire col rappresentare soltanto un'ulteriore insidia.
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