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La scelta di Becciu: "Non verrò in Conclave". Dubbi, nuovi gialli e il silenzio del Vaticano
Oggi 29-04-25, 07:09
Come da attese, la congregazione generale di ieri mattina è stata la più importante. Non solo perché si è decisa la data d'inizio del conclave che sarà il 7 maggio, ma soprattutto perché si è arrivati all'epilogo del tormentone Becciu. Tra l'incredulità di molti dei cardinali riuniti, infatti, ieri sono finalmente spuntati i documenti che riportavano la volontà di Francesco di non far entrare in conclave il porporato sardo nonostante abbia meno di 80 anni. Sebbene se ne parlasse da giorni, c'era chi aveva sperato che il Papa defunto non si fosse spinto a tanto. Invece, con una certa soddisfazione del camerlengo di Santa Romana Chiesa Kevin Farrell, le carte sono state svelate proprio nel giorno in cui nuovi dettagli, pubblicati anche da «Il Tempo», hanno messo in evidenza tutta l'opacità dell'indagine che ha fatto cadere in disgrazia Becciu. La «bomba» annunciata ha lasciato nel silenzio la platea con una sola eccezione: un cardinale che ha preso la parola e ha contestato le strane modalità e tempistiche di rilascio. «Perché questi documenti escono solo ora?», ha chiesto il porporato mentre altri annuivano alle sue parole. Tutti gli occhi erano puntati sul camerlengo Farrell che era a conoscenza della loro esistenza a differenza del cardinale decano Giovanni Battista Re. Di fronte alle volontà contro di lui messe per iscritto dal «suo» Papa, servito da vicino per sette anni, Becciu ha preso la parola e ha pronunciato un discorso emozionale annunciando a sorpresa la sua disponibilità a obbedire alle disposizioni del Santo Padre. «Non verrò al conclave», si è sfogato. L'intervento del porporato sardo, protagonista di questi giorni di congregazioni, ha scosso le coscienze di diversi cardinali soprattutto stranieri che al termine della riunione sono rimasti tra loro a commentare l'accaduto, non nascondendo la solidarietà umana per un confratello privato di un suo diritto senza alcuna motivazione esplicitata. Ai più maliziosi invece resta il dubbio se nell'ostinazione di alcuni potenti cardinali a mantenere l'esclusione di un prelato che, a torto o a ragione, viene considerato un abile stratega, ci sia più la fedeltà alle volontà papali o il desiderio di eliminare dalla Sistina un potenziale protagonista. L'epilogo della querelle avvelena ulteriormente il clima pre-conclave perché nel sacro collegio si fa largo la sensazione che sia stata consumata una grave ingiustizia e fa crescere il malumore per l'eredità del pontificato bergogliano. La vicenda è emblematica della confusione che è stata fatta specialmente con atti di governo incerti e contraddittori, così come dei problemi scaturiti dal continuo affidarsi a strutture alternative o ufficiose anziché a canali e procedure ufficiali. Lo shock provocato nei cardinali delle periferie dal «pasticciaccio» Becciu in questa prima settimana romana potrebbe essere destinato a rafforzare la Curia così spesso fustigata negli ultimi dodici anni. E giocherà senz'altro un ruolo nell'elezione del nuovo Papa: per evitare ulteriori brutte figure davanti al mondo, serve un Papa che sappia esprimersi col «sì sì no no» e soprattutto che non sia indeciso. Queste considerazioni che rimbalzano nei conciliaboli cardinalizi contribuiscono a rendere più difficile la strada di quei papabili rimasti scottati dalla vicenda. Il passo indietro annunciato mette Becciu sotto un'altra luce, ben lontana da quella del cardinale "maneggione" proposto qualche anno fa in un'imitazione di Maurizio Crozza. Dichiarando di essere pronto a non entrare in conclave davanti ai suoi confratelli pur convinto della fondatezza delle sue ragioni evita una drammatica conta all'interno del sacro collegio dagli esiti non preventivabili e che avrebbe senz'altro lasciato scorie in Sistina. In qualche modo risparmia parzialmente anche un danno d'immagine alla memoria di Francesco che dopo un pontificato a predicare misericordia sembra aver concluso la sua vita terrena con un provvedimento così duro ai danni di un collaboratore al quale non aveva negato la sua cordialità fino all'ultimo. In questo modo, infatti, l'esclusione non verrebbe determinata dai due contestati documenti attribuiti al Pontefice defunto, ma alla scelta volontaria del porporato sardo. Chi conosce bene Becciu ritiene che sia una scelta saggia, fatta pensando «al bene e all'unità della Chiesa». Ma lo immagina anche combattuto nella sua determinazione a non accettare di piegarsi a quella che ritiene un'ingiustizia. Al momento Becciu non ha ancora formulato una dichiarazione scritta del suo passo indietro e potrebbe riservarsi una riflessione sull'accaduto. Questa situazione ha riabilitato definitivamente la sua immagine all'interno del sacro collegio dopo il fango provocato dalla caduta in disgrazia nel 2020, mentre al contrario ha fatto crescere i giudizi negativi sulla condotta del camerlengo Farrell e più in generale sulla gestione delle congregazioni. Se questi documenti erano noti sin dall'inizio, perché prolungare la questione fino a ieri? Anche se non entrerà in conclave, Becciu però in questa settimana continuerà a partecipare alle congregazioni e avrà diritto a intervenire. Sono in tanti a credere che, una volta confermata la sua esclusione dalla Sistina, l'ex sostituto parlerà chiaramente delle cose da aggiustare rispetto al pontificato appena concluso di cui è stato fino al 2020 uno degli uomini più potenti. La giornata di ieri mette fine al tormentone di questo conclave, salvo sorprese.
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