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L'avvocato di Stasi: "Perché non finisce con Ignoto 3". Il botta e risposta in tv
Oggi 14-08-25, 20:48
Un confronto rispettoso ma teso quello tra Antonio De Rensis e Massimo Lovati, gli avvocati rispettivamente di Alberto Stasi e Andrea Sempio intervenuti nell'ultima puntata di Zona Bianca, su Rete4. SI parla dell'ultimo colpo di scena della nuova indagine sul delitto di Chiara Poggi a Garlasco, 18 anni fa. Ebbene, il Dna rilevato sulla garza usata per il tampone orale della vittima ai tempi dell'autopsia era frutto di una contaminazione con un altro cadavere esaminato nello stesso giorno. "Io ho sempre sostenuto che si trattasse di una contaminazione, tant'è che sulla garza è stata individuata anche la presenza di un Dna di un medico che assisteva al dottor Ballardini"; osserva Lovati. Il legale non appare indignato per l'errore macroscopico: "L'autopsia non è diretta alla ricerca del DNA, ma da quando mondo è mondo, e non c'è nulla da stupirsi, è diretta alla ricerca della causa della morte, punto e basta". Affermazioni criticate dal conduttore, Giuseppe Brindisi: "Ma la contaminazione quindi è normale in un'autopsia?". "Normalissimo, non so quanti cadaveri passano in una sala autoptica in una giornata, che problema c'è?", risponde Lovati con il giornalista che incalza: "Possiamo accettare l'idea che ci sia una contaminazione in un'autopsia che riguarda un caso di un delitto?". De Rensis sulla vicenda ci tiene a precisare che "questa indagine non è iniziata con Ignoto 3 e non finisce con Ignoto 3". Insomma, ci sarebbero altre frecce nell'arco della procura e nella difesa di Stasi. "Ciò che ha detto il mio collega Massimo Lovati sull'autopsia non lo condivido neanche all'1% per un semplice motivo - argomenta poi l'avvocato - che come lui sa, essendo un penalista esperto, l'autopsia ci offre prove, ci offre una fotografia non solo di come è morta la persona, ma eventualmente di quali mezzi sono stati usati per offendere". O un dato fondamentale per le indagini, come la datazione del decesso. "L'orario della morte è un altro dei grandissimi errori fatti dal dottor Ballardini, che non ha pesato il corpo e sappiamo come una differenza di 5-7 chili cambia l'orario della morte potenzialmente di un'ora - osserva De Rensis - Allora se noi diciamo che questa roba è normale, noi non diciamo la verità ai cittadini".
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