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“Ruffini e Renzi sottomessi al massimalismo di sinistra. Puntiamo ai delusi moderati”
Oggi 01-12-25, 10:53
«Quello spazio esiste soprattutto nella società italiana: il sondaggio dell'istituto Noto presentato all'Assemblea di Noi Moderati ci dice che quasi venti milioni di elettori italiani si definiscono moderati, nove dei quali non vanno più a votare. È una platea enorme che va raggiunta, ascoltata, capita, rappresentata, ed è questo il compito che ci siamo assunti fin dalla fondazione del partito. Il nostro ruolo diventa fondamentale in vista delle elezioni del 2027, perché tutti sappiamo che quel voto sarà deciso dalla scelta che faranno i moderati: non a caso la sinistra sta cercando disperatamente di recuperarli alla sua causa». A dirlo Mara Carfagna, segretaria nazionale di Noi Moderati, a margine dell'assemblea, intitolata “la forza della responsabilità”, conclusasi nella giornata di ieri a Roma. Il principale attore centrista nella coalizione di governo è Forza Italia. Avete mai pensato a una fusione o di correre con un simbolo unico? «I ruoli sono diversi e possono essere esercitati meglio nella diversità. La nostra caratteristica è quella di essere un partito giovane, che può aprire le porte a nuove energie senza che nessuno si senta minacciato. Con le regionali abbiamo messo insieme formidabili squadre: ieri erano i nostri candidati, da oggi sono la nostra classe dirigente sui territori». Cosa vi differenzia dalle altre forze moderate? Perché gli italiani dovrebbero preferirvi? «Credo che Noi Moderati interpreti con realismo i valori di cui parlano un po' tutti: merito, responsabilità, attenzione ai temi della crescita ma anche della solidarietà sociale. Per noi è evidente che, dopo l'accordo Conte-Schlein, la sola coalizione capace di fare avanzare quelle idee è il centrodestra, ogni altro tentativo è un'illusione». Avete abbandonato del tutto l'idea di un terzo polo? «L'hanno cancellata gli italiani con il voto delle ultime europee. Io personalmente ne ho preso atto allora, e i fatti successivi hanno dimostrato che è stata una giusta intuizione». Negli ultimi giorni qualcuno parla di un ritorno di Draghi in ottica Quirinale. Potrebbe essere lui il nuovo collante per le forze che non si riconoscono negli estremi? «Draghi è una risorsa della Repubblica, come ha dimostrato nel 2021 facendosi carico di un'emergenza politica altrimenti senza sbocchi. Non tiriamolo per la giacca in questo tipo di dibattito fantapolitico». A sinistra qualcuno vi accusa di esservi sottomessi alle destre, al “fascismo”. Perché i vari Renzi e Ruffini non avrebbero le carte per dire di essere la voce del centro? «Magari le carte le hanno pure, ma al tavolo della sinistra non c'è modo di giocarle: su politica estera, tasse, conti pubblici, sviluppo, l'accordo tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle parla con la voce dell'estremismo. Mi sembra che siano loro ad essere sottomessi al massimalismo di sinistra». Si avvicina il Natale e qualcuno mette in discussione il presepe e i canti delle festività. Vi candidate a essere argine per una deriva islamica, che rischia di diventare un pericolo, vedi ultimi episodi antisemiti? «Ci candidiamo per realizzare i valori costituzionali dell'uguaglianza e del rifiuto di ogni forma di razzismo e antisemitismo. Chi ha scelto di vivere con noi e tra noi deve fare suoi quei valori, che non sono “di una parte” ma dell'intera società italiana, delle sue istituzioni, del suo popolo».
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