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Ormai fanno politica. L'ira della maggioranza
11-11-2024, 18:22
"Un'altra sentenza politica non contro il governo, ma contro gli italiani e la loro sicurezza. Governo e Parlamento hanno il diritto di reagire per proteggere i cittadini, e lo faranno. Sempre che qualche altro magistrato, nel frattempo, non mi condanni a sei anni di galera per aver difeso i confini…". Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, commenta così l'ultima sentenza - annunciata - che va in contrasto con il decreto Albania del governo. I giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma hanno infatti sospeso la procedura di convalida dei trattenimenti dei sette migranti, egiziani e bengalesi, portati venerdì scorso nei centri albanesi per migranti. Alla luce del nuovo decreto 'Paesi sicuri' varato dal governo i giudici chiedono un parere alla Corte di giustizia europea. Il risultato è che con la sospensione della decisione dei giudici, allo scadere dei termini per la convalida dei trattenimenti, i migranti potranno essere riportati in Italia. Per un ottavo migrante, anche lui richiedente asilo e risultato vulnerabile, era già stato disposto il rientro in Italia. "In una democrazia c'è la tripartizione dei poteri. Quando uno di questi poteri scavalca i propri confini mette in difficoltà la democrazia. Ci sono alcuni magistrati che stanno cercando di imporre la loro linea politica al governo. Questo non è accettabile", tuona il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani. "Io rispetto tutte le decisioni della magistratura, non faccio polemica e non offendo nessuno, dico soltanto che è una scelta che va contro la tripartizione dei poteri. Non è un magistrato che decide qual è un Paese sicuro perché non lo sa. Perché non si occupa di queste cose. Se il governo che ha gli strumenti per farlo dice che un Paese è sicuro, allora c'è qualcosa che non funziona", afferma il leader di Forza Italia. Le toghe vogliono scrivere la lista dei paesi sicuri, attacca il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. "Nessuno nel governo vuole lo scontro con la Magistratura ma ci sono plurimi indizi convergenti, alla luce di ciò che leggiamo in alcune mail, che siano ben altri coloro che vogliono lo scontro con l'esecutivo, ovvero segmenti di Magistratura", commenta l'esponente di Fratelli d'Italia intervistato da Affaritaliani commentando le parole della giudice Silvia Albano della sezione immigrazione del tribunale di Roma, che ha affermato di non essere lei a volere lo scontro ma il governo. "In ogni caso, non è possibile invocare l'insindacabilità in un contesto pluralista e democratico. Non esiste che il presidente del Consiglio o il sottosegretario Delmastro o il mio verduriere non possano commentare le sentenze. Le sentenze si eseguono ma si possono anche commentare e criticare, altrimenti introdurremo in Italia qualcosa che non esiste e non può esistere e cioè l'insindacabilità di una parte dello Stato. Continueremo a commentare le sentenze che non ci piacciono, come quelle sui migranti. Anche perché - conclude il sottosegretario - la lista dei Paesi sicuri per i migranti la determina il governo. Semmai un giudice può ritenere per un caso singolo di vietare l'espatrio ma nessun giudice ha titolo per determinare la lista dei Paesi sicuri".
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