s

Schiaffo sulla cittadinanza: neppure quelli di sinistra votano per i migranti
Ieri 10-06-25, 08:19
C'è un flop nel flop e il riferimento è al quesito del referendum riguardante la cittadinanza. Quesito che prevedeva la riduzione del periodo di residenza per la richiesta di cittadinanza italiana da 10 a 5 anni. Ma, numeri alla mano, ad essere perplessi non sono solo gli elettori di destra, bensì soprattutto quelli di sinistra. Numeri che vedono un no clamoroso espresso da quanti si sono recati alle urne: il 35% ha espresso parere contrario. È questo il dato su cui si sta discutendo, e in primis si chiede alla sinistra di riflettere sul perché, anche i loro elettori, non siano favorevoli anche in virtù dei più recenti casi di cronaca che hanno evidenziato un chiaro problema legato all'immigrazione. A sottolineare questo aspetto è il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani: «Il risultato dovrebbe davvero far riflettere la sinistra. Anche il loro elettorato, estremamente politicizzato e che ha risposto ad una sorta di chiamata alle armi, si è espresso in buona parte contro questo quesito. Questo ci dà la conferma che siamo dalla parte giusta, ossia dalla parte degli italiani e che stiamo interpretando nel modo giusto il loro volere». Anche il vicepremier Matteo Salvini, dopo aver manifestato grande rispetto per chi è andato a votare, sottolinea l'enorme sconfitta «per una sinistra che non ha più idee e credibilità e che non riesce a mobilitare neanche i propri elettori. Cittadinanza accelerata? Idea sbagliata e bocciata pure quella, servono semmai più controlli e più buon senso. E sulla clandestinità, continuare a ridurre sbarchi e aumentare espulsioni. Gli italiani hanno scelto, evviva la Democrazia». Un sentiment, quello sull'immigrazione, ancora più forte nelle periferie rispetto al centro città, come evidenziato dal sondaggista Lorenzo Pregliasco (YouTrend): a Milano centro (municipio 1), infatti i sì sulla cittadinanza sono vicini all'80%, così come a Torino centro (circoscrizione 1) dove i Sì superano addirittura l'80%. Una sconfitta commentata anche dal vicepremier Antonio Tajani che ribadisce, così come gli altri due partiti della coalizione, che «5 anni per diventare cittadino italiano, è troppo poco. Tant'è che anche tra coloro che sono andati a votare c'è una grande parte di elettori che hanno votato no. La riforma più giusta per garantire l'integrazione è quella di Forza Italia: 10 anni di scuola con profitto e poi si può richiedere la cittadinanza. Questo è quello ius scholae che parte dalla nostra proposta di legge». Molto nette anche le dichiarazioni dei due neo-vicesegretari della Lega: per Silvia Sardone l'unico messaggio arrivato «da Schlein, Landini, Conte, Fratoianni, Bonelli e compagni è stato la loro sconfitta epocale. Parlavano di segnale di sfratto, avevano caricato questi referendum di un'importanza enorme, e ora sono lì a piangere. Non erano certo questi i temi prioritari per i cittadini, a partire dalla cosiddetta “cittadinanza facile”. Il popolo sovrano ha evitato giustamente di ascoltarli». Così come per Roberto Vannacci gli italiani hanno scelto «e hanno parlato con voce chiara e ferma: la cittadinanza non si regala. Con buona pace dei salotti di sinistra, dei guardiani della morale e degli amanti della società fluida». Mentre per Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo, «la cittadinanza continua a rappresentare un valore sacro, che non può essere sottoposto allo squallido mercimonio della sinistra in cerca di nuovi voti».
CONTINUA A LEGGERE
8
0
0
Guarda anche
Il Tempo
Ieri, 22:13
"Weekend di fuoco poi la svolta". MeteoGiuliacci: cosa si avvicina
Il Tempo
Ieri, 22:10
Referendum, Giuli "Sconfitta di chi ha tentato di politicizzare temi"
Il Tempo
Ieri, 21:58
Giuli "Su Agrigento capitale Cultura situazione non è fuori controllo"
Il Tempo
Ieri, 21:58
Meloni spinge per il taglio delle tasse al ceto medio. Resta distanza con la Lega
Il Tempo
Ieri, 21:39