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Toghe all'attacco. Il presidente dell'Anm: "Testo blindato anomalo"
18-01-2025, 07:37
Il Governo lo aveva promesso e così, sotto la guida del ministro Carlo Nordio, sta portando avanti la Riforma della Giustizia. Forse i magistrati non si aspettavano una simile celerità. Alcuni pensavano addirittura che quelli dell'esecutivo fossero solo slogan per fare propaganda politica. Invece no, c'è il primo via libera alla Camera al disegno di legge costituzionale. È per questo, infatti, che iniziano i primi mal di pancia: «Un testo blindato, quando si riforma il Titolo IV della Costituzione, è qualcosa che a noi suona in termini di anomalia. Quando si riforma la Costituzione nel potere giudiziario credo che il dibattito vada arricchito, ampliato quanto più possibile e non blindato», dice Giuseppe Santalucia, Presidente dell'Anm, a margine di un convegno. Un dialogo che però prima d'ora è sempre stato evitato in modo pestifero. Oggi a Roma dalle ore 10 ci sarà l'ultima riunione, prima delle elezioni previste a fine gennaio, dell'attuale direttivo dell'Anm. Si discuterà delle iniziative e modalità della protesta, visto che all'ordine del giorno c'è l'«attuazione» di quanto deliberato lo scorso dicembre dall'assemblea straordinaria del sindacato delle toghe in relazione a forme di «protesta e di sensibilizzazione», contro la riforma sulla separazione delle carriere, «da organizzare in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario», sabato 25 gennaio, nei distretti di Corte d'appello di tutta Italia. Proprio per favorire il dialogo, tra le ipotesi circolate, c'è quella di esporre, durante le cerimonie di sabato nelle Corti d'appello, cartelli simbolici «in difesa della Costituzione», mentre i rappresentanti delle Giunte sezionali dell'Anm potrebbero svolgere i loro interventi indossando la toga. Poteva non distinguersi, anche in questo caso, Magistratura democratica? Dalla corrente di estrema sinistra, infatti, c'è la volontà di mettere in atto un'iniziativa ancora più netta: «Chiediamo che, in occasione delle cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario, i magistrati, con toga indosso e copia della Costituzione alla mano, abbandonino l'aula, in forma composta, nel momento in cui il rappresentante del ministro prenderà la parola». A rispondere sulla follia di certe scelte è il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, che ha colto in pieno la contraddizione tra l'apparente volontà di dialogo dei magistrati e i comportamenti messi in atto: «Difficile pensare a una magistratura, soggetto di rilevanza costituzionale, che protesta contro un percorso parlamentare, quale quello della riforma. Protestare contro il Parlamento, ora che c'è stata un'approvazione in prima lettura, non è più un'iniziativa culturale, è una protesta sterile contro un legislatore che ha deciso, a grandi voti, di andare avanti su una riforma prevista dalla Costituzione». A intervenire anche Enrico Costa, deputato di Forza Italia: «Oggi abbiamo un processo capovolto: la sentenza è quella pronunciata durante le indagini preliminari con l'accusa dal Pm. In quella fase il giudice è sopraffatto dalla forza, anche mediatica, del Pm, e se prova a interferire è travolto da contestazioni e accusato di impedire il corso naturale della giustizia. La contestazione del Pm viene trasferita all'opinione pubblica con un tale impatto da sembrare la vera sentenza. Dobbiamo restituire la forza alla pronuncia del giudice, alla sentenza vera che arriva dopo i tre gradi di giudizio. Il secondo punto sul quale vogliamo intervenire è lo strapotere delle correnti della magistratura. Oggi il CSM è in mano alle correnti. Non viene valutato il merito del magistrato, conta l'iscrizione alla corrente». Poi il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri ha ricordato il Cavaliere: «Svolta storica, fortemente voluta da Forza Italia che la dedica come conquista a Silvio Berlusconi».
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