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"Tra chi dovete cercare l'omicida", spunta la deposizione di Paola Cappa su Garlasco
Oggi 19-05-25, 07:11
"Per quanto saputo dalla stampa e dalla tv mia cugina è stata colpita alla testa probabilmente con un alare del camino o con altri oggetti reperiti in casa. Voglio aggiungere che dovete cercare l'omicida tra i suoi ex colleghi di Pavia e gli attuali di Milano, in quanto secondo me ha potuto avere delle avance non corrisposte da qualche uomo che non ha accettato il rifiuto facendosene una vera fobia e, studiate le abitudini della Chiara, in questa settimana ha agito d'impulso". Il 15 agosto 2007, alle 17.30, a mettere a verbale queste dichiarazioni, che alla luce della nuova inchiesta appaiono suggestive, è Paola Cappa, la gemella di Stefania, che dovrà fornire, insieme alla sorella, il Dna per il maxi incidente probatorio disposto per l'omicidio della cugina Chiara Poggi, del quale è ora accusato, in concorso con altre persone, Andrea Sempio. Le gemelle Cappa non sono indagate e forniranno il profilo genetico solo qualora dalle analisi sui reperti mai esaminati della scena del crimine dovesse emergere la presenza di Dna femminile, anche per l'esclusione, visto che frequentavano la casa della cugina. A distanza da diciott'anni dal delitto di Garlasco, per il quale è stato condannato Alberto Stasi, la Procura di Pavia, coordinata da Fabio Napoleone, sta lavorando nel massimo riserbo per riscrivere la verità sull'assassinio di Chiara, battendo piste che all'epoca furono ignorate. Come appunto l'eventuale coinvolgimento di Sempio, che, nonostante sapesse della vacanza dell'amico Marco in Trentino, aveva chiamato a casa Poggi il 4, il 7 e l'8 agosto, apprendendo che Chiara era da sola nella villetta. E ancora la ricerca dell'arma del delitto, un misterioso oggetto metallico che, secondo il medico legale, dovrebbe avere particolari caratteristiche, qualora gli inquirenti avessero escluso la pista del doppio killer con due armi diverse. E quando l'inchiesta si è indirizzata solo verso Stasi, dalle varie ipotesi, tra cui l'attizzatoio, si è arrivati a ritenere le ferite sul cranio della vittima compatibili con i colpi di un martello da muratore. Oggetti che la scorsa settimana sono stati riportati alla luce dalla roggia di Tromello, in un punto d'acqua sottostante alla casa della nonna delle Cappa. A condurre le ricerche nel canale è stato il super testimone scovato da Le Iene, che avrebbe raccontato come Stefania, nella tarda mattinata del delitto, sarebbe entrata nel portone della casa di Tromello, con un grosso borsone, e pochi minuti dopo si sarebbe udito un forte tonfo nell'acqua. L'attizzatoio, il martello, parte di un'ascia e altri reperti metallici trovati nella roggia sono ora oggetto di analisi per determinare l'eventuale compatibilità con l'arma del delitto.
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