s

Tutti i problemi dell'elettrico in Italia
05-06-2025, 18:01
La transizione verso l'elettrico va avanti a colpi di decreti, ma i concessionari italiani, spesso trascurati nel dibattito nonostante il ruolo centrale, fanno fatica. Le imposizioni dall'alto su vendite a zero emissioni stanno creando pressioni pesanti. Ne abbiamo parlato con Dromo Faffa, CEO di Methodos Consulting, esperto con oltre trent'anni nel settore. Dott. Faffa, si parla molto di transizione ecologica, ma per i dealer sembra un peso più che un'opportunità. Cosa ne pensa del ruolo di istituzioni e costruttori? "È una situazione complessa. I concessionari si trovano a pagare il conto di scelte politiche che hanno influenzato negativamente il settore auto. L'obiettivo UE delle zero emissioni entro il 2035 è stato deciso senza valutazioni concrete. Ha portato al ritiro anticipato di motori termici, investimenti pesanti in impianti, batterie e software. Con effetti diretti sull'occupazione: secondo ACEA, si rischiano fino a 500 mila posti in meno entro il 2030. Le reti vendita sono state lasciate sole a gestire tutto questo. Il primo problema è il prezzo delle auto elettriche. I costi sono ancora troppo alti. In Europa solo sei modelli costano meno di 30.000 euro, e metà arrivano dalla Cina. Anche con gli incentivi, restano fuori portata per molti italiani, soprattutto dopo l'inflazione tra 2021 e 2023. I concessionari non possono reggere questa situazione da soli: servono interventi decisi da parte dei marchi. Poi c'è lo scetticismo dei clienti. Non è immotivato: l'autonomia è limitata, i tempi di ricarica lunghi e la rete di colonnine pubbliche è insufficiente. Ad aprile 2025 solo il 4,8% delle auto vendute in Italia erano elettriche pure. Le ibride dominano con il 44,3%. Il cliente non si fida, e ha le sue ragioni. In questo contesto, convincerlo diventa complicato per chi vende. Sugli incentivi, siamo ancora lontani da un piano vero. Manca un programma stabile che accompagni la domanda nel tempo. I risultati si vedono: le vendite ai privati, cioè la base del mercato, sono in calo del 5,6% rispetto all'anno scorso. Un altro punto critico: gli investimenti richiesti alle concessionarie. Devono aggiornare sedi, installare colonnine, formare personale. Tutto a loro spese, mentre i margini calano e il mercato rallenta. Molte concessionarie italiane sono piccole e non possono affrontare spese simili. Intanto, Europa resta indietro su batterie e software, dipendendo da fornitori esteri, in particolare Cina e USA". Come supportate i dealer in questo contesto difficile? "Partiamo dalla realtà del mercato. Spingere troppo sull'elettrico ora rischia di far perdere vendite se il cliente non è pronto. Aiutiamo i dealer a bilanciare l'offerta, inserendo nuovi marchi con tecnologie diverse e prezzi più accessibili. Puntiamo anche a rafforzare le vendite ibride, oggi centrali in Italia, preparando in modo più graduale il terreno all'elettrico. Formiamo venditori e tecnici per affrontare il cambiamento. Serve una mentalità nuova: non basta conoscere il prodotto, bisogna diventare veri consulenti per il cliente. Aiutiamo anche nella pianificazione di investimenti: colonnine, officine, carrozzeria. Cerchiamo fondi pubblici o incentivi per alleggerire il peso economico. Lavoriamo anche sulla comunicazione: servono informazioni chiare per superare paure e dubbi sul mondo elettrico". Cosa si sente di dire alle istituzioni e agli altri attori del settore? "Il futuro sarà anche elettrico, ma non si può imporre tutto dall'alto, dall'Europa, ignorando le difficoltà. Spingere troppo velocemente rischia di bloccare tutto il sistema e danneggiare chi ci lavora. Si rischia anche un calo dei consumi e quindi delle vendite. Non possiamo pensare a un mercato solo elettrico a breve. L'elettrico sarà una parte del mix, non l'unica. Nei prossimi 5-10 anni, difficile che superi il 20-30%. Serve una presa d'atto a livello europeo, l'apertura di un vero confronto con le istituzioni nazionali che hanno già attivato un tavolo con tutta la filiera. Bisogna trovare soluzioni concrete, condivise, sostenibili economicamente per la filiera. Solo così si può garantire una transizione giusta e sostenibile per tutti. I dealer sono pronti a fare la loro parte, ma non possono farcela da soli".
CONTINUA A LEGGERE
6
0
0
Il Tempo
10:04
Brignano Re a Caracalla tra risate, emozioni e ricordi
Il Tempo
10:00