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"Von der Leyen e volenterosi guerrafondai". Le Pen a Salvini
Oggi 12-05-25, 07:37
Un nuovo modello di Europa da anteporre a quello dei cosiddetti “volenterosi”. Marine Le Pen dalla capitale lancia l'ennesima bordata all'eterno sfidante Macron, che qualche giorno prima era stato in Ucraina col premier britannico Starmer, per assicurare un “beneplacito indiscusso” alle ragioni di Kiev: «Non è la prima volta che cerca di intervenire, ma sempre senza successo. Sono d'accordo che non dobbiamo lasciare solo a Trump e Putin la ricerca della soluzione, ma mi chiedo cosa stia facendo Macron per la pace e se questo sia il suo vero obiettivo. Quello che sta facendo mi sembra più preparare la guerra». Arriva, dunque, l'ennesimo appello teso a cessare il fuoco. Non a caso la leader di Rassemblement National, accompagnata da Salvini, apre la sua domenica romana in Piazza San Pietro per la preghiera di Papa Leone XIV, il pontefice della « pace disarmata e disarmante». Solo nel pomeriggio l'intervento alla scuola politica del Carroccio per rinsaldare l'asse con l'«amico» e alleato Matteo: «Siamo sempre stati vicini, anche all'inizio quando i sondaggi lo mettevano in difficoltà. Le sue idee politiche sono praticamente le stesse che ho io. E voglio aggiungere che è un uomo coraggioso, fedele e dalla grande forza di volontà». Allo stesso modo, comunque, chiarisce come nutra profonda stima anche per la premier Meloni, pur avendo una posizione differente sul sostegno a von der Leyen: «Ha incontestabilmente un ruolo diplomatico. E del resto possiamo dire che non è una sorpresa per nessuno. Abbiamo delle divergenze, ma posso constatare che è riuscita a ottenere risultati importanti sia sul piano estero che sull'economia». Completamente opposto, invece, il giudizio sulla presidente della Commissione Ue: «Sfrutta con un cinismo abietto ogni crisi, che sia migratoria, sanitaria o energetica. Ma accaparrarsi le nostre competenze non basta. Adesso vuole neutralizzare qualsiasi opposizione. La tappa successiva è l'ingerenza diretta nei processi elettorali degli Stati membri». Una critica su cui si ritrovano i giovani con la spilletta di Alberto Da Giussano, che dedicano una standing ovation alla loro ospite. «Ho l'impressione – sostiene Salvini - che a qualcuno convenga che le guerre proseguano». Per il vicepremier l'emergenza non è «un'improbabile invasione» di carri armati sovietici da Est: «Meglio investire i soldi degli italiani per assumere poliziotti, carabinieri, accendere telecamere e dotare di taser le forze dell'ordine. Sbagliato accumulare debito per comprare tre carri armati in Germania e due sommergibili in qualche altro paese». Sinergia tra le due forze sovraniste pure nel contrasto ai gruppi di pressione delle rinnovabili. «Il Green deal – chiarisce Le Pen - è il decreto di morte delle nostre industrie, dei nostri agricoltori, del potere d'acquisto dei cittadini, in quanto aggrava ulteriormente le scelte disastrose effettuate negli ultimi decenni a livello ambientale ed energetico, creando mucchi di norme drastiche che rovinano la nostra competitività». Per il leader della seconda forza di maggioranza, il ritorno al nucleare, quindi, «non è un'opzione, ma un dovere morale». Una cosa è certa, l'ottimismo per l'avvenire regna tra i Patrioti. «Questa Unione – evidenzia il capo dell'opposizione transalpina – è sempre più contestata dai popoli. Porteremo avanti la grande impresa di ripristinare la sovranità nazionale in tutto il globo». Lo sguardo è tutto verso la corsa all'Eliseo del 2027. I leghisti sono più che convinti che Marine riuscirà a trionfare in quel di Parigi. «Pensavo che il sistema giudiziario italiano – conclude Matteo - fosse il fanalino di coda, mentre in Francia le cose vanno peggio. In attesa dell'appello fissato celermente per l'estate dell'anno prossimo, è stata condannata una delle donne più importanti del continente».
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Il Tempo
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