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Xª Flotilla Hamas. Sinistra e centri sociali “santificano” le navi in viaggio verso Gaza
Oggi 03-09-25, 07:35
Sembra la missione del secolo quella della Global Sumud Flotilla, le navi partite da Barcellona e Genova per arrivare a Gaza con lo scopo, almeno secondo quanto sostenuto dall'organizzazione, di portare aiuti umanitari. Ma siamo proprio sicuri che, piuttosto che un'operazione benefica non si tratti di uno “spot” politico e di una provocazione contro Israele? I primi a esporsi per sostenere il grand geste sono stati i vari esponenti di area dem, ma spuntano anche le mobilitazioni studentesche come quelle di Cambiare Rotta, divisa in quattro appuntamenti per il 4 settembre: Roma Tre, Tor Vergata, ufficio Scolastico Regionale del Lazio e La Sapienza. Così come il Collettivo dei Portuali di Genova, che minacciano di bloccare l'Europa nel caso in cui la Flotilla venga bloccata, e i centri sociali: «Se bloccano la Flotilla, blocchiamo il porto di Venezia», hanno intimato dal Nordest insieme al sindacato Adl Cobas in caso di intervento da parte del governo di Israele dopo le parole del ministro israeliano Ben Gvir, che ha chiarito agli attivisti che «saranno trattati come terroristi». E, a proposito di terrorismo, proprio accanto alla nave benefica, spuntano una serie di volti ritenuti vicini ad Hamas. Non solo Mohammad Hannoun, soggetto sanzionato dal dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti d'America in quanto ritenuto propaggine di Hamas in Italia, l'uomo al centro della nostra inchiesta. È stato proprio lui dalla pagina dell'associazione dei palestinesi in Italia a mostrare sostegno alla Flotilla. Del resto, il legame tra Hannoun e la Flotilla non è certo nuovo: era stato proprio lui nel 2010 ad aver lanciato una raccolta fondi dall'associazione sanzionata, la ABSPP, in cui invitava a sostenere la missione umanitaria effettuando donazioni. Causale “Freedom Flotilla”. Difficilmente equivocabile. C'è anche Zaher Birawi, fotografato con Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas dal 2017, ucciso da Israele nel 2024. Birawi, giornalista palestinese-britannico residente a Londra è una figura chiave della Flotilla. In più, la stessa Freedom Flotilla Coalition indica tra i fondatori (2010) l'ONG turca IHH e il Comitato Internazionale per la Rottura dell'Assedio di Gaza (ICBSG), oltre a Free Gaza Movement e Ship to Gaza. Ed è proprio contro l'IHH che l'allora portavoce del Dipartimento di Stato USA P.J. Crowley dichiarò, il 3 giugno 2010, che «sappiamo che rappresentanti di IHH hanno incontrato alti dirigenti di Hamas in Turchia, Siria e Gaza negli ultimi tre anni». Si aggiunge anche il ramo spagnolo: a far discutere la presenza di Jaldia Abubakra, partita da Barcellona. Si tratta di uno dei fondatori di Masar Badil, nonché coordinatore della sezione di Madrid della Samidoun Prisoner Solidarity Network. Peccato che Samidoun il 15 ottobre 2024, in un'azione congiunta con il Canada, sia stata sanzionata dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti «come un ente di beneficenza fittizio che funge da raccolta fondi internazionale per l'organizzazione terroristica del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PFLP)». Il PFLP, designato come Organizzazione Terroristica Straniera e Terrorista Globale Specialmente Designato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti rispettivamente nell'ottobre 1997 e nell'ottobre 2001, si avvale, secondo gli USA, di Samidoun per gestire le operazioni di raccolta fondi sia in Europa che in Nord America. E mentre i legami con Hamas emergono, oggi in Senato si terrà la conferenza “Global Sumud Flotilla”: oltre alla portavoce del Global Movement To Gaza, Maria Elena Delia, anche Yassine Lafram, presidente Ucoii, Tony La Piccirella, membro di Freedom Flotilla Coalition e di Global Movement To Gaza, i due volti del M5S Alessandra Maiorino e Stefania Ascari, Laura Boldrini del PD e Benedetta Scuderi di Europa Verde. E, quindi, mentre i politici di sinistra si sperticano in difesa della causa palestinese, fingono di non vedere la realtà che si cela dietro grandi operazioni come questa. Operazioni che sì, tra Greta Thunberg come volto e il sostegno di un certo mondo dello spettacolo, ha un grande peso propagandistico. Ma i modi per aiutare il popolo di Gaza sono molti, e non tutti si collocano al fianco di soggetti sanzionati e dal passato quantomeno dubbio.
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