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Cronaca
Ammanettarono e pestarono un ragazzo, 2 poliziotti citati a giudizio
Oggi 12-05-25, 17:20
AGI - La Procura di Milano ha citato a giudizio due poliziotti della Volante di Milano per lesioni personali aggravate ai danni di un ragazzo di 18 anni. Il 19 novembre 2023 gli agenti lo avrebbero ammanettato con violenza e picchiato con una ricetrasmittente. Dettagli dell'accusa Secondo il capo d'imputazione, letto dall'AGI, "dopo avere terminato l'inseguimento di M.G., nel frattempo fermatosi spontaneamente, M.M. dapprima lo sbatteva contro il muro, poi violentemente a terra a pancia in giù per ammanettarlo in posizione prona nonostante fosse tranquillo e ormai inoffensivo" e, in seguito, "lo colpiva con la ricetrasmittente più volte al lato destro della fronte" mentre l'altro agente, M.P. "lo teneva con forza fermo a terra e, in ogni caso, pur presente, non interveniva a interrompere la condotta violenta". Conseguenze per la vittima La presunta vittima del pestaggio ha subito una contusione e un'emorragia alla testa con prognosi di 20 giorni. Il fatto è aggravato dall'essere stato commesso con uno 'strumento atto a offendere' (la ricetrasmittente) e 'dall'abuso dei poteri inerenti a una pubblica funzione'. Udienza pre-dibattimentale Lo scorso 28 aprile si è svolta l'udienza pre-dibattimentale davanti a giudici del Tribunale. Il giovane, assistito dall'avvocato Luca Bauccio, ha dovuto subire una trasfusione perché soffre di una malattia cronica del sangue. Testimonianza dell'infermiera e del medico Un'infermiera, sentita in Questura come testimone, ha raccontato che "il ragazzo è arrivato in codice arancione e, durante la visita che si è svolta in presenza di due poliziotti, ha chiesto loro di poter riavere il cellulare per chiamare i genitori ma loro hanno risposto di no; anche l'intervento del medico che lo stava visitando non è servito e noi ci siamo offerti di chiamarli col nostro telefono aziendale ma il ragazzo non ricordava il numero". In seguito, la testimone riferisce che il ragazzo avrebbe nuovamente chiesto il suo telefono agli agenti nel corridoio dell'ospedale e anche questa volta ne avrebbe ricevuto un rifiuto. Tra le altre persone sentite come testimoni, c'è anche il medico del Pronto Soccorso dell'Ospedale Maggiore Policlinico di Milano dove venne ricoverato il 18enne. “La Tac ha evidenziato un sanguinamento intracranico per il quale si è reso necessario il consulto del neurochirurgo, per valutare se fosse opportuno un intervento immediato - ha spiegato agli inquirenti -. Il collega ha ritenuto sufficiente un periodo di osservazione, anche in ragione di una patologia di cui soffre”. Alla domanda se la diagnosi sul referto fosse compatibile con la narrazione del giovane, il medico ha risposto: “E' compatibile con quanto dichiarato ma, essendo un trauma cranico che non presentava caratteristiche eccezionali, non posso univocamente indicarlo come causa dell'urto contro il muro, del colpo dato con la ricetrasmittente o di una spinta a terra".
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