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Cronaca
Francesca Danese: "Papa Francesco ha dato voce agli ultimi"
Oggi 23-04-25, 15:30
AGI - "Non ha perso la memoria perché lui ricordava che la sua famiglia è stata una famiglia di migranti e quindi ha tenuto sempre ben presente la sua vita precedente, le sue origini. È stato un alleato del terzo settore. Oggi, perdiamo un pezzo importante perché a cominciare dai primi atti simbolici compiuti nel suo papato è stato chiaro che era il papa dalla parte del terzo settore. Un dato significativo è che è stato molto amato anche dalle associazioni laiche". Così all'AGI, Francesca Danese, portavoce del Forum del Terzo Settore del Lazio, ed ex assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma, ricordando Papa Francesco, il "Papa degli Ultimi". "Le sue posizioni a favore dei migranti hanno inciso significativamente, hanno dato coraggio ad andare avanti in un percorso complicato a volte. Se pensiamo alle parole che ha detto rispetto al Mediterraneo sono state accolte dal terzo settore e rilanciate. Diciamo che dava una spinta in più a continuare con determinazione, forza e coraggio il lavoro difficile del terzo settore, soprattutto negli ambiti dell'accoglienza, della lotta alla povertà, dell'ambiente". Papa Francesco parlava il linguaggio dell'associazionismo? Le sue encicliche meravigliose erano molto concrete. Da 'Fratelli Tutti' all'enciclica sul Creato, che ha dato una spinta a quei movimenti ecologisti che hanno portato in alto l'attenzione posta al cambiamento climatico. Ha dato voce a tutti quelli che erano costretti a fuggire dalle loro terre sacrificate a un consumismo selvaggio, a un'economia di mercato, a una globalizzazione pesante, dove le risorse in alcuni luoghi, anziché essere ridistribuite, vengono prese dai grandi committenti dell'industria internazionale. Con lui il popolo del terzo settore, il popolo della pace, si è sentito meno solo. Alleate del terzo settore, con uno sguardo sugli esclusi, gli ultimi, alle persone con disabilità. Si era impegnato anche durante la pandemia? Una grande mano ce l'ha data quando durante il covid quando ha aperto il Colonnato di San Pietro e diverse nostre associazioni sono andate lì a dare una mano, a fornire e vaccini a tutte quelle persone che a volte non avevano neanche i documenti per accedere alle cure. Così abbiamo dato assistenza a moltissime persone con le nostre associazioni che hanno fornito medici, infermieri, volontari per poter garantire l'accesso alle cure, ai vaccini affinché fossero disponibili anche per loro. La sua ultima visita ai detenuti a Rebibbia... Fin dall'inizio ha posto l'attenzione ai detenuti, il suo grido d'allarme era continuo. L'aver voluto aprire una delle Porte Sante a Rebibbia è stato un gesto simbolico molto molto importante. Aver tirato la giacchetta ai potenti della terra, che è un po' anche il ruolo del terzo settore, ovvero stimolare la pubblica amministrazione ad agire, usando anche parole importanti rispetto anche alla cooperazione. È stato vicino a tutto il terzo settore, dai volontari al mondo della cooperazione, dal mondo del lavoro e sui detenuti. È stato vicino ai più soli, tante volte ha rivolto un pensiero alle persone anziane sole e più volte ci ha detto che non ci sono solo i servizi, l'accoglienza, c'è anche il prendersi cura di chi è solo. C'è un ricordo che la lega alla figura di Papa Francesco? Un ricordo che mi lega a lui è stato appunto durante il Covid quando ringraziò il Forum del Terzo settore del Lazio per il lavoro svolto e per esserci inventati oltre ai pacchi alimentari, che tutte le nostre reti hanno distribuito, le card per fare la spesa. Cosa sono? Abbiamo preso risorse che erano bloccate dal Giubileo straordinario del 2015, quando ero assessore. Lasciai l'incarico, ma quelle risorse vennero lasciate in bilancio, così chiesi alla sindaca Raggi di darci quelle risorse per fare una cosa nuova perché ci eravamo accorti che le persone non possono vivere solo di pasta, tonno e scatolame, ma hanno anche altre esigenze. Chiedemmo così all'amministrazione capitolina di usare quei soldi per realizzare delle card per fare la spesa, senza dare 'etichette di povero' a nessuno. Lui ringraziò il Terzo settore del Lazio per questa per questa iniziativa. E poi l'altro ricordo è legato alla sua visita alla Casa di Leda, una casa per le donne detenute con figli minori. Contro quel progetto ci furono molte opposizioni e interpellanze parlamentari perché il progetto è ospitato in una villa confiscata alla criminalità all'Eur. Insomma, aver voluto fortemente mettere le mamme detenute con i propri bambini lì in questo posto bellissimo e aver fatto uscire detenuti per pulire il parco intorno alla villa aveva scatenato non pochi problemi. C'è chi abitava lì in zona che era preoccupato di far abbassare il valore delle proprie case. Un po' come accadde a Monsignor Di Liegro con la casa per le persone affette da HIV. Francesco mi ringraziò per il coraggio. Come definirebbe Papa appena scomparso? Francesco è stato un uomo coraggioso come deve esserlo il terzo settore. Applicava il Vangelo. In inverno, c'era la sua richiesta costante alle parrocchie di aprirsi per dare posto a chi un posto per ripararsi dal freddo non ce l'aveva, accogliendo anche una richiesta del terzo settore. Mi ricordo questa mia lettera che chiedeva che delle parrocchie e spazi fossero messi a disposizione in emergenza. E lui non si tirò indietro, chiedendo alle parrocchie di fare la propria parte.
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