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Dall'inchiesta de Il Tempo alle frasi choc di Milano. “Cacciate Hannoun dall'Italia”
20-10-2025, 09:13
Dopo mesi dall'inizio della nostra inchiesta c'è un punto di svolta fondamentale: il centrodestra compatto, con Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, ha chiesto l'espulsione di Mohammad Hannoun, di cui abbiamo svelato ombre e lati oscuri. Si tratta dell'uomo ritenuto dal Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti d'America, la propaggine di Hamas in Italia che, con quelle che negli Usa ritengono finte associazioni caritatevoli, avrebbe finanziato l'ala militare di Hamas. Eppure, lui ha sempre negato, senza però mai discostarsi da quella che definisce una «simpatia» per Hamas. Con lui sono andati in missione in Libano, Sud della Turchia e Siria la pentastellata Stefania Ascari e l'ex grillino Alessandro Di Battista. Ma Hannoun è stato fotografato anche accanto a Laura Boldrini e Marco Furfaro del Pd, all'europarlamentare dei 5 Stelle Gaetano Pedullà e al volto di Avs Nicola Fratoianni, che non hanno mai risposto alle decine e decine di domande che abbiamo posto circa la natura dei loro rapporti con un uomo che elogiava la vita della mente dell'attacco del 7 ottobre Yaya Sinwar. Sabato dall'ennesima piazza organizzata a Milano dall'Api che presiede, ha detto un'altra frase folle riferendosi a Israele: «Tutte le rivoluzioni del mondo hanno le loro leggi. Chi uccide va ucciso. I collaborazionisti vanno uccisi. Oggi l'Occidente piange questi criminali, dicono che i palestinesi hanno ucciso poveri ragazzi, ma chi lo dice che sono poveri ragazzi?». «Un personaggio vicino alla sinistra nostrana», lo definisce la senatrice della Lega Stefania Pucciarelli. «Avevamo già denunciato la folle apologia del 7 ottobre e seguitiamo a denunciare oggi questi deliri», ricordano i deputati di Fratelli d'Italia Sara Kelany e Francesco Filini che insieme al capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami erano stati firmatari di una delle interrogazioni parlamentari scaturite dal caso sollevato da Il Tempo. Hannoun ci ha definito «il giornale di destra nazifascista che tutti i giorni dedica intere pagine per diffamare tutti noi per quello che facciamo». Sì, perché tutti i giorni ci siamo chiesti chi gli avesse garantito la permanenza sul suolo italiano, che relazioni avesse, e perché gli fosse concesso un accesso così facile all'interno delle nostre istituzioni prima del Governo Meloni. Ha provato a metterci a tacere con richieste di risarcimento, con insulti dalle piazze promosse anche dai suoi seguaci. Ma non ci siamo fermati, perché chi ritiene Hamas la resistenza e non un'organizzazione terroristica quale è, non dovrebbe stare in questo Paese. Ci riferiamo ad Hannoun, appunto, colui che in più occasioni ha incontrato il defunto leader di Hamas morto l'ottobre dello scorso anno, Ismail Haniyeh. Eppure, dall'opposizione c'è un silenzio che regna sovrano. Non si sono discostati, hanno scelto di apostrofare il nostro lavoro come fango mediatico quando abbiamo sempre portato prove a supporto di ciò che dicevamo. Ora le maschere sono cadute come nella migliore delle commedie e chi doveva mostrare il vero volto lo mostra. Ci auguriamo che la commedia abbia un lieto fine e che chi odia la democrazia lasci definitivamente un Paese orgoglioso e fiero di combattere il terrorismo. O, si chiede il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri «in Italia si può impunemente fare apologia delle stragi?». Ora l'Italia può mandare un messaggio molto forte e far capire, di nuovo, che con la legge, qui, non si scherza.
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