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Elezioni per i Comuni e referendum: così Schlein opziona il campo largo
26-05-2025, 07:55
«Siamo pronti», dice Elly Schlein, con lo spirito un po' guascone che viene a chi le spara grosse. D'altra parte oggi si saprà che vento tira nei 117 Comuni (tra i quali Genova, Ravenna, Taranto e Matera) che sono andati al voto, la segretaria del Pd si è limitata a premere il pedale della propaganda. Perché poi tra il dire ed il fare c'è di mezzo Giuseppe Conte. L'ex Presidente del Consiglio è convinto di avere in mano il poker d'assi per andare a vedere il «buio» della sua dirimpettaia: l'idea di misurarsi in primarie di coalizione nell'autunno del 2026 sta crescendo. Anche due azionisti di peso della holding campo largo, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, consigliano la numero uno del Nazareno di accettare i gazebo, «magari ci candidiamo tutti». Insomma l'unico modo per dirimere la contesa che dura da più di anno: l'inseguimento tra Pd e M5S. Con il leader pentastellato che cerca su ogni tema di dare la linea ai partner. Il suo «capolavoro» è stato sul «pacifismo» e contro il riarmo europeo: i dem alla fine non hanno potuto che accodarsi. Sui cinque referendum dell'8 e 9 giugno, l'avvocato di Volturara Appula ha lasciato volentieri il passo ad Elly Schlein e al segretario della Cgil Maurizio Landini. Una cautela in più in caso di batosta, «non mi venite a cercare». I cinque quesiti sono il «save the date» di Elly, l'occasione giusta per cambiare la faccia del Pd: basta con il renzismo, basta con il centrosinistra, questa sarà una casa fieramente di sinistra. Un messaggio interno alla minoranza ed uno ai partner: «stiamo arrivando». Sul Jobs act andrà in scena la prima conta: quanti italiani riusciremo a portare alle urna? La segretaria, come spesso le succede, si era fatta prendere dall'entusiasmo: ce ne aspettiamo almeno 12 milioni, quanti hanno scelto il centrosinistra nel 2022. Ora il fedelissimo Igor Taruffi, l'uomo dell'organizzazione, brinderebbe con 10 milioni, vista la scarsa affluenza registrata ieri al primo turno delle amministrative. Dopo l'appuntamento di giugno, seguiranno le regionali di ottobre. C'è il rebus campano da risolvere: il prescelto alla fine sarà il pentastellato Roberto Fico? E Vincenzo De Luca scatenerà la guerra? Altra Regione determinante le Marche, con la sfida tra il governatore uscente del centro destra Francesco Acquaroli e l'ex sindaco dem di Pesaro Matteo Ricci. Fuori discussione per motivi diversi le altre tre regioni: il Veneto, la Toscana e la Puglia. Trascorso il 2025, si entrerà nell'ultimo anno pieno prima delle elezioni politiche del ‘27. La stagione delle scelte per l'inquilina del Nazareno: anticipo (di qualche mese) del congresso ordinario o primarie di coalizione. L'ex capogruppo al Senato Luigi Zanda, in un'intervista nei giorni scorsi ha rinnovato la sua distanza dalla segretaria: il congresso ora sarebbe solo un plebiscito, il Pd piuttosto ha bisogno di chiarirsi sulla politica internazionale. Poi il momento della verità: il braccio di ferro tra la «ragazza» con le sneaker e l'azzimato Presidente. Insomma la partita del grande bluff.
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