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Elly diserta la piazza, Conte fa il leader solitario e al Nazareno è caos
Oggi 21-06-25, 07:38
L'unica soluzione è chiudersi in un bunker, lontano dai rischi delle piazze e dalle sollecitazioni furbesche di Giuseppe Conte. La scelta (estrema) di Elly Schlein, alle prese con un'altra strettoia delle sue. Una trappola che la segretaria del Pd si è costruita da sola, preda di una sindrome perniciosissima: «Pas d'ennemis à gauche». È il tic, nessun nemico a sinistra, che il Nazareno ha assecondato (estremizzandolo) per almeno due settimane, quando ha dato di fatto il via libera alla manifestazione oltranzista di oggi a Piazzale Ostiense. Un corteo che riunisce tutte le sigle più scatenate del fronte pro-Pal, persino i Giovani palestinesi d'Italia, quelli che considerano il 7 ottobre una festa. «Parteciperemo», derubricò frettolosamente la segretaria, provocando lo sbigottimento della minoranza. Una manifestazione contro la Nato, che riporta le lancette agli anni '70, modello sinistra extra parlamentare, altro che Pci. Scontato che venisse fuori un'altra polemica con i fiocchi. Giorno dopo giorno, l'entusiasmo della prima cerchia di collaboratori della segretaria (gli unici che contano qualcosa) ha cominciato ad affievolirsi. Tornare indietro, però, non si poteva, vietato spezzare la catena degli affetti: la sfilata annovera tra le prime adesioni quelle della Cgil e dell'Arci, guai a toccarle. Oltre a Magistratura Democratica, in pratica tutta la «sacra» famiglia. C'è inoltre il cappello che M5S e Avs si sono affrettati a mettere sul corteo radicale. Così è venuta fuori l'idea maraldesca: gli esponenti Pd partecipano, ma a titolo personale. Un po' ci siamo e un po' non ci siamo: una riedizione traballante del «mi si nota di più» di Nanni Moretti. Un accomodamento nato per rimanere in equilibrio e che naturalmente scontenta un po' tutti. I riformisti si ascrivono il merito del ripensamento; d'altra parte, fu l'eurodeputata Pina Picierno, la vera anti-Elly, a denunciare per tempo il rischio «corto circuito». Argomenta la deputata Lia Quartapelle: «Il rafforzamento delle capacità di difesa del nostro continente è inevitabile e il piano ReArm ne rappresenta un primo passo». Le risponde per le rime il collega Arturo Scotto: «Mi sembra che la linea del Pd sia molto chiara, No al riarmo di Ursula von der Leyen». La posizione del Nazareno, che cerca disperatamente di seguire la scia, siamo testardamente unitari, costi quel che costi. Uno stratagemma che lo smaliziato avvocato di Volturara Appula smonta a suo piacimento, costringendo la “concorrente” a inseguirlo ovunque: una faticaccia stargli dietro. Trovata a stento l'exit strategy per oggi (andranno oltre a Scotto, Sandro Ruotolo, Marco Tarquinio e Cecilia Strada), il leader del M5S apre il filone dell'Aja. Nella città olandese, il 24 e il 25 giugno si riunirà il vertice della Nato, convocato per deliberare l'adeguamento al 5% delle spese militari. «La comunità internazionale non può essere composta solo da Paesi Nato deve ovviamente favorire anche il dialogo fra i Paesi Brics», incita Giuseppe Conte. Negli stessi giorni l'avvocato parteciperà a una manifestazione al Parlamento olandese contro il riarmo europeo in splendida solitudine. Sulla pace siamo i più coerenti, enfatizzano da Campo Marzio. «Piuttosto assomiglia al leader di un centro sociale», obietta la riformista Pina Picierno. L'esponente campana ne ha anche per casa sua: «Non si lavora per migliorare il piano di riarmo, per poi scendere in piazza». Insomma Elly resta a metà del guado, attirandosi i borbottii dei 5 Stelle, la segretaria che rischia di non essere né carne né pesce. «Si muove con troppa cautela», si lascia sfuggire un dirigente alleato, «ad un certo punto occorre più decisione, rompa con la minoranza». Un vero paradosso: l'aspirante capitana del campo largo si divide dai socialisti, perde per strada quasi mezzo partito, ma per i partner manca sempre qualcosa. Per chiudere l'accordo per le politiche. Una volta si chiama Renzi (l'imbucato che a spallate si è guadagnato uno strapuntino), un'altra Europa: Conte non è mai soddisfatto. L'eterno inseguimento: Elly arriva con il fiatone (per i paletti della minoranza), mentre i tre malefici alleati nel frattempo hanno proseguito il viaggio. Senza di lei. Una beffa in pieno stile: Godot che non arriva.
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