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Il Pd è travolto dalle inchieste. La svolta garantista di Schlein, Conte si sfila
Oggi 26-07-25, 07:40
Le facce sono attonite; quella sedia vuota al tavolo della conferenza stampa fa gelare il sangue. Prende la parola l'ex parlamentare Laura Pennacchi, organizzatrice dell'incontro sul lavoro: «Giuseppe Conte ci ha fatto sapere che, per un impegno improvviso, non poteva essere qui». Sconcerto tra i relatori: «E ora cosa raccontiamo?». Elly Schlein cerca con lo sguardo Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni: come in un fumetto, compare la nuvoletta "senza parole". La scena avviene intorno alle undici a Palazzo San Macuto; la notizia rimbalza subito sui network: l'ex presidente del Consiglio marca visita. E dire che l'appuntamento era in agenda da giorni: i quattro leader del campo largo insieme dietro un tavolo, per il Nazareno un messaggio subliminale per portare un po' di sereno nelle martoriate Marche. La situazione, a suo modo, diventa esilarante: Elly-Alice avvicina i giornalisti con la sua espressione più convincente: «Siamo al lavoro in tutte le sei Regioni per costruire le alleanze più competitive che battano le destre». Poi spazio alla fantasia al potere: «Insieme a Movimento 5 Stelle e Avs non bastano le mani per contare le iniziative comuni». Peccato che poco dopo riappaia Giuseppe Conte, il guastafeste, ed è un altro "bagno di sangue": «L'avviso di garanzia non è una condanna ma noi dobbiamo discernere caso per caso, valutando se il singolo ha dimostrato onestà o disonestà». Poi la lezione memorabile: «Etica pubblica, trasparenza e legalità sono valori fondamentali e non negoziabili: per noi sono costitutivi». Scordatevi un rapido happy end, la pallottola avvelenata dell'avvocato. Peraltro la linea di via di Campo Marzo era già esplicita: campagna elettorale di fatto sospesa, in attesa che l'ex sindaco di Pesaro salga le scale della procura, il 30 luglio. Fino ad allora inutile sperare in photo opportunity. Come in un videogame impazzito, nel venerdì "maledetto" del campo largo, tutti gli astri giocano contro l'Alice del Nazareno. La sedia vuota, la minoranza che torna sulle barricate, Vincenzo De Luca che rompe la tregua: altro che «testardamente unitari». Pochi minuti dopo la "sciagurata" conferenza stampa, si fa viva Pina Picierno: «Conte da avvocato del popolo a capo del tribunale del popolo». Contemporaneamente si riapre il fronte Campania, con Vincenzo De Luca che torna a sparare ad alzo zero. Roberto Fico ad un passo dall'investitura? «Non vedo sulla scena nomi di persone adeguate per capacità, esperienza e competenza a ricoprire i ruoli ipotizzati», la stilettata durante la sua diretta social. L'accordo con il movimento di Giuseppe Conte? «Qual è la regione dove i Cinque Stelle sono stati all'opposizione per dieci anni e non hanno fatto niente? La Campania. E noi a chi diamo il governo della Campania? Ai Cinque Stelle», spara l'ex sindaco di Salerno. Un j'accuse generalizzato: «Credo che il rilievo che fanno molti, e cioè che il Pd viva di doppiezza e che il suo criterio relativo alla moralità pubblica cambi a seconda degli interlocutori, sia fondato. Esponenti della segreteria dem di fronte ad avvisi di garanzia, hanno dato vita ad atti di vero sciacallaggio», «Matteo Ricci? Il problema non è l'inchiesta, ma è appena stato eletto a Bruxelles e prende 20 mila euro al mese». Che cosa ha spinto il presidente a riutilizzare la maschera dell'Orlando impazzito? All'ombra del Vesuvio è in corso un estenuante braccio di ferro: lo sceriffo ha fatto le sue richieste per concordare la resa. Due assessori, una lista nel campo largo, continuità con i suoi 10 anni di amministrazione, segreteria regionale dem al figlio Piero; queste le condizioni per dare il via libera all'ex presidente della Camera. Tutto facile? Non proprio; il Pd a trazione schleiana in questi anni si è impegnato al massimo per detronizzare il Governatore. Motivo per cui ora, per i più stretti collaboratori di Elly Schlein (Marco Sarracino, Sandro Ruotolo), è difficile fare marcia indietro. Il risultato è che la trattativa è bloccata, e De Luca torna ad innervosirsi, fulmini e saette. «Quando niente ti va bene, devi fingere che ti vada bene tutto», da Alice a Snoopy, la nuova maschera della segretaria: non è successo nulla. Quando c'è un problema, lei scompare e si fa viva fischiettando solo giorni dopo. Una regola di vita che a volte tende a dilatarsi un po' troppo: ad esempio la direzione post referendum è stata rinviata a settembre, tre mesi dopo il voto. Con nuvoletta finale: chissà se i tempi migliori lo sanno che li sto aspettando.
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