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Il ritorno di Vendola e l'assalto alle tv spaccano la sinistra. Pd e M5S già protestano
Oggi 13-09-25, 09:07
Nichi ma che stai a di', la nuova stagione, il mondo in bianco e nero. La sinistra "di tutti i laghi" ritrova il suo affabulatore, insomma è tornato Nichi Vendola, stavolta per restarci. Una riemersione dal sapore magico in due atti: prima candidato in tre circoscrizioni nella sua Puglia, con l'eroica resistenza al diktat di Antonio Decaro, che di fatto non lo voleva tra i piedi. Poi basterà aspettare il 2027 per rivederlo nei suoi "cenci", sul proscenio nazionale: il fondatore di Sel si è già intestato un seggio parlamentare, per togliere il disturbo all'ex sindaco di Bari che si è permesso di paragonarlo a Michele Emiliano, l'avversario di sempre. Fedele ad un suo storico "bacio perugina": «Il nostro destino non può essere una vita di pena, ma una vita piena». Nel mezzo una bella scorpacciata di talk televisivi, maglietta scura girocollo e l'abituale orecchino. Ed un diluvio di compiacenti interviste: «Ho fatto politica scrivendo due libri di poesia e traslocando dai palchi al palcoscenico, portando in scena un esperimento di teatro di parole». Il bagaglio della "narrazione", dopo 10 anni di assenza, è aumentato a dismisura. Il tono resta apocalittico: «È la mano sporca dell'Occidente. È un lessico violento e infantilizzato, tipico del nuovo trumpismo mondiale e della deriva a destra dei conservatori», ha detto su La7 a proposito di Gaza. Nichi vede e prevede il futuro: «La sinistra ha avuto una presenza solo episodica nelle periferie sociali e sui luoghi del lavoro. L'unità funziona se è frutto di un'idea forte di società, non può essere solo una convergenza elettorale». Aggiornata anche la lista dei nuovi avversari. Oltre ai mugugni in casa Pd c'è anche una new entry: il leader del M5S che fino all'ultimo ha sperato nella sua esclusione alle regionali pugliesi. Questione di sopravvivenza: la candidatura dell'ex governatore nelle fila di Avs rischia di tenere i pentastellati lontani dal quorum che scatta al 4%. E dire che anche a casa sua, il profeta di Terlizzi ha fatto scoppiare un bel putiferio, con Angelo Bonelli che si è nuovamente costituito come parte civile nel processo sull'ex Ilva di Taranto. Ovvero contro il suo compagno di partito, imputato per concussione. D'altra parte Nichi in precedenza non aveva avuto peli sulla lingua e definì il co leader con un epiteto memorabile: «Avvoltoio che diffama e fa terrorismo psicologico». Nei giorni scorsi un'altra intemerata del candidato sulla guerra in Ucraina ha provocato non poche polemiche: «Le manovre della Nato sono state ultra provocatorie, oltre al fatto che Zelensky aveva messo fuori legge la lingua russa, provocando una reazione di dolore nelle minoranze "russofobe" soprattutto nel Donbass». Con Carlo Calenda che si precipita sui social: «Quando i comunisti difendevano l'intervento sovietico in Ungheria nel '56 erano più creativi e meno ignoranti di lui».
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