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Il segreto di PulcinElly: De Luca terrà l'ultima conferenza da solo. E Fico non lo invita al comizio finale
Oggi 18-11-25, 07:31
Separati in casa. È la strana sorte che tocca ai due protagonisti indiscussi delle elezioni in Campania, la Regione in cui la sinistra doveva stravincere e, da qualche giorno, invece, è diventata contendibile. Ciò è accaduto per una sola ragione: la candidatura di Roberto Fico non è mai stata accettata da chi, poi, nei fatti, l'avrebbe dovuta sostenere, ovvero il governatore uscente Vincenzo De Luca. L'indiscusso presidente tutti sanno che voleva uno dei suoi, un profilo che conoscesse a menadito il sistema di potere, non chi lo ha sempre criticato. Ma la politica è fatta di compromessi e, quindi, anche il forte leader deve fare un passo indietro per il bene della coalizione o in questo caso della prole (il rampollo Piero a cui, da anni, cerca di costruire un futuro). Lo scorso 6 settembre, dunque, ingoia il boccone amaro e accetta il napoletano Robertone. Detto ciò, non può dimenticare le invettive ribelli, né ignorare di cadere nel ridicolo per sostenere chi, fino a ieri, lo definiva il male assoluto. Ragione per cui, per oltre due mesi, considerando che oggi siamo al 18 novembre, non spende neanche una parola per l'aspirante successore. Pur avendo una lista di fedelissimi, incontra una sola volta Fico, il 13 ottobre, nelle segrete stanze di Palazzo Santa Lucia. Non mancano, al contrario, le continue frecciatine verso chi non è mai stato ritenuto all'altezza del compito. I suoi consigli sono a dir poco imbarazzanti. Basti pensare all'ultimo. Come se non sapesse l'ex presidente dell'Aula di Montecitorio che è dovere di ogni istituzione tenere lontani i politicanti dalla sanità. Anche il pentastellato, però, ha vergogna dello sceriffo. Si comportano, insomma, come la classica coppia che non si ama, ma deve tirare a campare per il bene dei figli. Finanche la chiusura avrà i due lontani. Il presidente De Luca terrà la sua conferenza di fine mandato nel palazzo che dovrà lasciare, illustrando il “miracolo” mai riconosciuto dai 5 Stelle, mentre Fico, il 20 novembre, per il grande evento del Teatro Mediterraneo alla Mostra d'Oltremare di Napoli, riceverà Schlein, Conte e non chi, invece, dovrebbe dargli il maggiore apporto in termini di consensi. Il tempo per cambiare idea c'è, ma tutti hanno capito che la prima missione per lo sceriffo è innanzitutto indebolire quel Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, che si è battuto per dare spazio a un 5 Stelle e ora vorrebbe defenestrarlo pure dal Nazareno. Una cosa è certa, tale divisione non passa inosservata. Più di qualche malpensante parla di voto disgiunto. Non è un caso, d'altronde, che un veterano come Mastella, abituato da una vita a vincere, dica a gran voce di restare compatti: «Così divisi perdiamo». L'uomo dei lanciafiamme, d'altronde, lascia solo il candidato di coalizione nel momento più difficile, quando è costretto a chiarire sul gozzo di lusso, ormeggiato a canone agevolato in una base dell'aeronautica militare. Il capitan Ficus, quando si sta per affondare, come la migliore scena del Titanic, parla senza codazzo sul suo vascello o meglio su quella che è stata denominata la “barca di cittadinanza”. Da qui fa la vittima e dice: «Siamo una rete e non ci fermano con le schifezze». Il riferimento è alle note provenienti soprattutto dai parlamentari di FdI. Nessun chiarimento dal pentastellato, però, arriva sul perché avesse tenuto bloccato uno spazio dello Stato, sfruttando una carica istituzionale. Robertone preferisce sviare anche rispetto alla scorta tenuta per sé dopo l'incarico a Montecitorio, così come sulla casa condonata nel 2017 a San Felice Circeo, su cui lascia chiarire l'addetto stampa. Non ci sarebbe nulla di male ad aver beneficiato di una sanatoria, se non fosse che il compagno non perde minuto per criticare quella del governo. L'unica preoccupazione di Fico è prendersela con qualche ragazzino, che a suo parere, fa troppo rumore tra le strade di Napoli.
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