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La prima volta di Noemi: "Al Palaeur sarà una festa piena di sorprese"
30-10-2025, 11:36
Conto alla rovescia per la sua prima volta al Palazzo dello Sport dell'Eur. Per Noemi il prossimo 20 dicembre coinciderà con una grande festa in casa, nella sua città e col supporto dei tanti amici con cui duetterà sul palco. L'abbiamo incontrata nell'edicola de Il Tempo prima della partenza del suo «Nostalgia Indoor Tour». GUARDA LA VIDEO INTERVISTA Noemi, siamo a piazza Colonna. Da romana che effetto le fa essere nel centro nevralgico della sua città? «È bellissimo. I miei genitori abitano dall'altra parte della strada. Noi romani siamo anestetizzati dalla bellezza che ci circonda perché ormai ci siamo abituati. Ma qui ci sono 2000 anni di storia uno vicino all'altro. A Roma si cammina a spasso nel tempo». Che ricordi ha di questa zona di Roma? «Amo il centro storico. Ricordo quando venivo qui con gli amici. Per noi pischelli Campo de' Fiori era il posto dove andare a divertirsi la sera perché è pieno di locali. Oppure la Galleria Alberto Sordi dove si faceva lo struscio. Io abitavo all'Eur e il centro l'ho sempre vissuto tanto. Ricordo anche le passeggiate a Villa Borghese. Sono i posti della nostalgia. Quando ero piccola a volte capitava che non andavo a scuola e venivo qui in centro». Tra poco partirà il suo nuovo «Nostalgia Indoor Tour». Cosa sta preparando per il pubblico? «Il mio percorso è molto centrato sulla musica. In scaletta voglio tanti brani del mio repertorio e intermezzi musicali. Sono felice di esibirmi al Palazzo dello Sport dell'Eur perché ci sarà un upgrade anche a livello di scenografia del palco che darà allo show un respiro più ampio. Le altre date saranno tutte nei teatri e molte sono già sold out. Sarà una grande festa per me e per il pubblico che mi segue da 15 anni. La prima volta al Palaeur sarà una bella sfida. Molto coinvolgente». Il concerto del 20 dicembre sarà importante anche per la presenza di tanti ospiti. Con chi duetterà sul palco? «Ho invitato un po' di amici con cui ho già collaborato come Carl Brave, Fabrizio Moro e Gaetano Curreri. Poi ci saranno anche artisti con cui non ho collaborato ma con i quali condivido un certo modo di fare musica. Con Gigi D'Alessio, ad esempio, abbiamo duettato su "Non dirgli mai" in occasione di "Una, Nessuna, Centomila". Gigi è un musicista pazzesco e si è sempre circondato di professionisti eccezionali. Credo tantissimo nella musica suonata. Ci sarà anche Francesco Gabbani e tutti loro rappresentano un modo di fare musica affine al mio. Insieme ci divertiremo tanto». Secondo lei nel mainstream c'è un po' carenza di cultura musicale? «Ognuno fa la musica che ama e mi piacciono tanto anche le produzioni piene di loop. Ma i giovani non possono non conoscere Lucio Dalla, Francesco De Gregori, il Banco del Mutuo Soccorso, Lucio Battisti, Franco Battiato, Led Zeppelin, Janis Joplin e il jazz. La musica di oggi è figlia di tutto questo. Soprattutto se penso a cantautori come Brunori Sas o Giorgio Poi. Ci vuole qualcuno che racconti questo tipo di musica che è un po' la base di tutto. Vorrei che i pischelli si avvicinassero a questi nomi altrimenti rischiano di appiattirsi su quattro accordi. Rompiamo questa campana di vetro e vediamo cosa c'è lì fuori». Su Rai Radio 1 sta conducendo il programma «Non solo parole» che va proprio in questa direzione o sbaglio? «Sì, è una cavalcata nella musica italiana e mondiale. Sono un po' nerd e superfan di chi mi racconta cosa si nasconde dietro le cose. Una puntata è dedicata alle false partenze e abbiamo scoperto che tanti artisti di valore hanno dovuto superare mille difficoltà all'inizio della loro carriera. Tra questi Lucio Dalla, Fiorella Mannoia e Lucio Battisti. Non sempre è buona la prima. È importante far capire ai giovani che devono prendersi il loro tempo. Recuperare una dimensione più umana è il modo giusto di fare le cose». Il suo rapporto con la tv prosegue con «Io canto family» su Canale 5. Si trova a suo agio sul piccolo schermo? «Tanto. Poi Patty Pravo è un vero mito. Nel tempo ha costruito l'immagine di una donna affrancata da quello che doveva fare. Ha infranto campane di vetro e comfort zone». Oggi cosa le piacerebbe sperimentare? «Vorrei realizzare una tournée con l'orchestra. Il mio repertorio si presta a essere arrangiato in quel modo». La vedremo anche a Sanremo 2026? «Ancora Sanremo? L'ho già fatto due volte di seguito nel 2021 e nel 2022 ma, in quel momento, dovevo confermare un cambio di immagine e mood. Sono entrata di più nella musica contemporanea. Mi serviva tornare con una roba super moderna perché volevo rinforzare il messaggio. Non l'ho fatto per mania di protagonismo. Adesso non sento più questa necessità. Ma sono curiosa di ascoltare le canzoni che sceglierà Conti». Altra sua grande passione è la Roma che segue anche allo stadio. Cosa pensa dell'inizio di stagione della squadra di Gasperini? «Stiamo facendo un buon lavoro. Ci ignorano ma in classifica siamo ancora in alto. Abbiamo un po' la sindrome dell'impostore o dell'imbucato. Magari sarebbe utile essere più dinamici e cambiare modulo in base agli avversari. Ma sono fiduciosa, Gasperini è un diesel».
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