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Ecco la fine degli imam del lockdown: Capezzone stronca Conte
16-04-2024, 06:35
La guida suprema di Volturara Appula, l'ayatollah della pochette, il grande imam dei lockdown e delle conferenze a reti unificate, insieme con i suoi pasdaran del “gratuitamente”, più i guardiani del superbonus e le milizie del reddito di cittadinanza, è convinto – purtroppo con valide ragioni – di aver già vinto la sua partita a sinistra. Effettivamente, se mai un pm si occuperà di lui, dovrà accusarlo del reato di “circonvenzione di segretaria Pd”, nel senso della povera Elly Schlein, ormai sistematicamente bullizzata dal capetto pentastellato: umiliata a Bari (dove pure l'ottuagenario Colaianni è stato abbattuto dai cecchini a cinque stelle), messa all'angolo sulla mitica “questione morale”, ieri perfino irrisa da Conte, che ha invitato i dem a rilassarsi: «Se li supereremo alle europee, non farò valere questo come motivo di leadership nei confronti del Pd». Una negazione che in realtà afferma: con il tono di uno che già comanda e si consente perfino il lusso del sarcasmo su avversari intontiti e imbambolati. Non c'è alcun dubbio: l'opa a sinistra è riuscita perfino al di là dei risultati elettorali di giugno prossimo. Ormai è il Movimento che detta la linea, con il Pd e la stampa di riferimento che sanno solo adeguarsi, tra rospi ingoiati e flebili distinguo. Per questo, è l'ora di scriverlo a chiare lettere: il Pd è ridotto a marmellata, per non dire a poltiglia, mentre il vero avversario del centrodestra – e della ripartenza dell'Italia – è proprio Giuseppe Conte. CONTI ALL'ARIA È lui ad aver sfasciato il bilancio dello stato con il superbonus: operazione che ha compromesso anche i prossimi margini di manovra in economia del governo. È ancora lui ad aver assunto la linea più pericolosa in politica estera: e – si badi bene – non si tratta solo di singoli posizionamenti errati o discutibili, ma di una collocazione sistematica a fianco delle ragioni di Teheran-Mosca-Pechino. Sarà certamente un caso: ma su tutte le crisi in corso (Ucraina, Mar Rosso, Gaza, e ora sull'attacco iraniano contro Israele), Conte e i suoi commentatori di riferimento assumono sempre la linea più anti-occidentale, in oggettiva sintonia con i desideri delle capitali dell'asse anti-atlantico e anti-libertà. Che Conte lo faccia per un microcalcolo elettorale, e cioè per sfilare voti in chiave pacifista a un Pd come sempre tentennante, è certo possibile. Ma – tattica a parte – ciò che conta è la strategia che viene fuori unendo i puntini. Tutti capiscono che, da qui alle prossime elezioni politiche, la scelta di campo geopolitica di ciascun paese diventa decisiva: davvero non ci rendiamo conto di quanto sia rischioso mettere la sinistra (e potenzialmente l'Italia) nelle mani di qualcuno che già fece scorrazzare i russi sul nostro territorio ai tempi del Covid, che intrattenne rapporti profondi con il regime cinese (fino all'adesione alla Via della Seta), e che oggi non riesce a pronunciare una condanna senza appello, senza subordinate, senza distinguo, del tentativo di Teheran di cancellare Israele dalla faccia della terra? A proposito di Covid, a volte il tempo è galantuomo. Noi – qui a Libero – siamo e restiamo garantisti, e dunque ci guarderemo bene dall'usare come un'arma, o come se già fosse una sentenza, la richiesta fatta ieri dalla Procura di Roma di una condanna a 1 anno e 4 mesi per Domenico Arcuri, ex commissario straordinario per l'emergenza Covid, accusato di abuso d'ufficio nell'ambito di un'inchiesta sulla maxifornitura di mascherine dalla Cina. E tuttavia – procure e tribunali a parte – non possiamo non constatare la mancanza di trasparenza che contraddistinse quella fase politica, accanto a restrizioni eccessive (i lockdown estesissimi che ben ricordiamo) e a provvedimenti irrazionali. Mi fa piacere ricordare qui una doppia meritoria iniziativa di un parlamentare della scorsa legislatura, l'onorevole Antonio Zennaro (Lega), che già a settembre del 2020, quando era membro del Copasir, aveva presentato un'istanza di accesso agli atti del Commissario straordinario per l'emergenza. Obiettivo: sapere quante mascherine e quanto altro materiale sanitario e di protezione fosse stato acquistato all'estero, e in quali paesi, anche in considerazione dei relativi standard qualitativi. Con i dettagli relativi alle unità merceologiche: cosa e dove fosse stato comprato. Risultato? Nessuna risposta. Subito dopo, ai primi di ottobre, senza perdersi d'animo, Zennaro presentò anche un'interrogazione a risposta scritta, rivolta al Presidente del Consiglio (cioè Giuseppe Conte), esattamente con gli stessi quesiti. In sostanza, la medesima richiesta fatta prima all'autorità amministrativa e poi in sede politica. Anche in questo caso, non risulta alcuna risposta. I DOCUMENTI Da quel momento a oggi, plurime inchieste giornalistiche e giudiziarie hanno svelato una serie di opacità e di problemi aperti. Ragion per cui, del tutto a prescindere dalle inchieste giudiziarie che faranno il loro corso, sarebbe opportuno che governo e parlamento (inclusa l'istituenda Commissione di inchiesta) tirassero fuori i contratti stipulati e gli acquisti effettuati dalla struttura commissariale in tutta quella fase. Ci sia total disclosure, trasparenza totale: quanti soldi, quali mediazioni e commissioni, quali e quante unità merceologiche, da quali e quanti paesi, da quali e quante società (con i relativi dettagli), e anche con tutte le informazioni rispetto agli standard qualitativi di ogni partita di mascherine, camici, respiratori, e così via. I contribuenti hanno diritto di sapere - per lo meno - come e per cosa furono spesi i loro soldi. La sensazione è che – dopo il superbonus e dopo il reddito di cittadinanza – verrebbe fuori un terzo disastro della gestione Conte. Da sommare al quarto elemento, quello di cui abbiamo parlato prima, e cioè un posizionamento in politica estera letteralmente devastante. Che la sinistra voglia suicidarsi, è affar suo. Ma che l'Italia possa tornare nelle mani di simili avventurieri politici, è affar nostro, e andrà evitato.
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