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Estero
L'appello di padre Contini al Conclave: "No alla pedofilia nella Chiesa"
Oggi 05-05-25, 13:48
AGI - Una lettera appello ai cardinali che oggi si riuniscono nelle Congregazioni, in vista dell'imminente inizio di Conclave, per denunciare e chiedere che nella Chiesa non ci siano più pedofili. La scrive padre Marco Contini (noto come padre Paolo), lui stesso vittima di abusi quando era minorenne. "Dopo aver subito quegli abusi sulla mia pelle, non mi scandalizzano certamente le parole di un pedofilo, semmai mi devasta sapere che una confessione cosi' esplicita sia passata tra le mani di almeno tre vescovi e di un giudice e nessuno di loro abbia cercato di dare una risposta seria e coerente con il magistero della Chiesa e con gli insegnamenti dei nostri compianti Benedetto XVI e Francesco!", scrive padre Contini che riporta le dichiarazioni di un sacerdote 65enne denunciato per abusi sessuali su vari seminaristi (tra cui lo stesso Contini). "Per anni, in molti dentro la Chiesa, hanno cercato di insabbiare i fatti, di difendere il pedofilo, facendo passare me per un disonesto o per un mitomane. Ho dovuto lottare per avere un equo processo, ma ancora oggi devo combattere contro la resistenza di ingiustificabili difensori del pedofilo", denuncia il parroco che precisa: "La mia non è la denuncia contro la Chiesa, ma nella Chiesa e per Chiesa!". "Io - sottolinea - non sono un nemico della Chiesa, visto che sono un sacerdote di venticinque anni di Messa, parroco di tre importanti comunità e docente presso un'università teologica. Il mio non è neppure un percorso finalizzato a far cassa, visto che sin dal principio ho dichiarato di rinunciare a qualsiasi risarcimento. Non è neanche una squallida vendetta, visto che davanti a Dio ho perdonato chi aveva abusato di me quando ero ancora un fanciullo. La mia denuncia è finalizzata a evitare che altri bambini possano incorrere in questo 'predatore', ma allo stesso tempo è volta a dare una possibilità di redenzione e di recupero anche allo stesso sacerdote pedofilo". L'iter giudiziario Padre Contini ricorda l'iter giudiziario. "I fatti sono certi, fino al punto che un arcivescovo emerito, monsignor Atzei, all'epoca dei fatti superiore provinciale dei religiosi presso cui ho frequentato il seminario minore, ha rilasciato una testimonianza in cui afferma di aver visto con i suoi occhi il pedofilo in azione, anche se poi non ebbe il coraggio e il rigore sufficiente per intervenire come avrebbe dovuto". "Questa testimonianza è stata osteggiata in tutti i modi e fino all'ultimo hanno provato a far saltare l'udienza di questo alto prelato. Il mio processo era finito nelle mani di un giudice amico personale del pedofilo - prosegue nella lettera -, un giudice che andava dicendo che avrebbe fatto assolvere il reo confesso e poi avrebbe intentato una causa contro di me, facendo passare le mie accuse per calunnie". "Il Signore ha voluto che questo giudice disonesto facesse un clamoroso errore: scrivere messaggi di minaccia nei confronti del mio avvocato. Di fonte a quei fatti sono riuscito a far valere le mie ragioni per la rimozione del giudice". Ma il "potere" di "alcune di queste persone, poche settimane dopo essere stato sollevato da ogni incarico presso il Tribunale Regionale Sardo, lo stesso ex giudice disonesto è stato promosso vicario generale nella sua diocesi!", aggiunge padre Contini che precisa come il processo sia ancora in corso anche se, dice, "abbiamo vescovi che si rifiutano di essere ascoltati dal Tribunale ecclesiastico, conventi che bloccano l'accesso agli ufficiali del Tribunale, testimoni e vittime che vengono avvicinati da sacerdoti per farli desistere dal testimoniare". Le misure cautelari imposte al pedofilo "sono state ufficialmente violate, ma nonostante tutto il Tribunale si oppone a qualsiasi verifica sui fatti e sulle responsabilità! Insomma da una parte c'è una Chiesa sana che cerca di mettere in pratica una vera lotta contro la pedofilia, ma dall'altra c'è una chiesa (in questo caso mi sia concesso l'uso della lettera minuscola!) che è ancora ostile alla verità e che pensa di poter insabbiare ciò che ormai non si può più nascondere". "Oggi mi inginocchio davanti a Lei (la lettera è indirizzata a "Eminenza Reverendissima") e davanti ai suoi confratelli Cardinali e vi imploro: NON DIMENTICATEVI DI NOI VITTIME! Non accettate mezze misure, ma la vostra sia una voce UNICA e UNITA contro la pedofilia. Ovviamente non so chi sceglierete come prossimo Pontefice, ma a chiunque sia, vi supplico, chiedete rigore nei processi, certezza nelle pene e ascolto reale delle vittime". "Eminenza, io sono solo un piccolo granellino che, per quanto minuscolo, ha cercato di bloccare gli ingranaggi di una macchina volta a nascondere e occultare la verità. Ora però tutto questo non basta più e sono qui a implorare un Vostro aiuto concreto. La forza della Vostra parola è fondamentale nella lotta contro la piaga della pedofilia e aiuterebbe tutti a essere più liberi e onesti nel difficile ma necessario percorso della Verità!".
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