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I ProPal ormai hanno colonizzato i Pride. Esposto al prefetto di Roma sui soldi da Gualtieri
Oggi 23-06-25, 09:20
Non si placa la vicenda del Pride di Roma che Il Tempo ha sollevato e ora la Lega scrive al prefetto. È Fabrizio Santori, in qualità di capogruppo in Assemblea capitolina a chiedere chiarezza parlando dell'evento come di una manifestazione «di forte connotazione politica e ideologica, organizzato dal Circolo Mario Mieli, al quale l'Amministrazione capitolina ha concesso un contributo pubblico pari a 80.000 euro, erogato tramite la società partecipata Zètema». Santori sottolinea come il sindaco Roberto Gualtieri abbia «partecipato attivamente sfilando su uno dei carri del corteo, indossando la fascia tricolore, simbolo dello Stato e della rappresentanza istituzionale della comunità cittadina». Peccato, però, che la fascia tricolore possa essere indossata esclusivamente nell'esercizio di funzioni ufficiali, e non in contesti partitici o manifestazioni divisive. Manifestazioni in cui domina l'ideologia Por Pal e vengono esclusi «i sionisti» come abbiamo potuto vedere in tutti i Pride italiani, non ultimo quello di Napoli, dove diverse sigle non intendono aderire alla manifestazione perché considerano l'Arcigay troppo vicina alle posizioni di Israele. Non a caso l'attenzione sull'evento di Roma è alta anche per gli insulti rivolti al carro ebraico, per i leader raffigurati a testa in giù. Tra loro Trump, Musk, Netanyahu e J.K. Rowling. E tra le grida di «free Palestine», intanto veniva insultata la premier Giorgia Meloni senza che nessuno prendesse le distanze da certe frasi. Ed è anche per questo che la Lega chiede un intervento: nella nota si sottolinea, infatti, come «la mancanza di atti formali che legittimino tale partecipazione e il sostegno economico ingente a un evento caratterizzato da evidente parzialità ideologica pongano seri interrogativi sulla corretta gestione dei simboli istituzionali e delle risorse pubbliche da parte dell'attuale amministrazione capitolina». Siamo sicuri che, avendo il Pride romano chiari intenti politici, come scritto sul sito stesso dell'evento stesso, potesse essere finanziato con soldi pubblici? È fondamentale garantire la trasparenza nella concessione di benefici economici e patrocini, soprattutto in relazione a manifestazioni che potrebbero avere implicazioni politiche: il divieto da parte dei comuni mira a evitare che la spesa pubblica sia usata per favorire un partito o un'altra entità politica, per garantire l'imparzialità dell'amministrazione e il corretto svolgimento della vita democratica. Tutto ciò, quindi, è stato o no rispettato? A intervenire duramente è anche il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che fa riferimento anche al precedente finanziamento, sempre da parte del Comune di Roma, per la manifestazione pro-Europa constata 350mila euro: «Dopo aver finanziato la piazza di Michele Serra e del quotidiano La Repubblica, il sindaco Roberto Gualtieri l'ha fatto un'altra volta: 80mila euro per il Gay Pride di Roma. Tutti sono liberi di manifestare. Ma non a spese dei cittadini. È gravissimo che le risorse pubbliche vengano sperperate in questo modo. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico».
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