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Il caso della moschea nell'ateneo. Bernini: "Non è luogo di culto". Sasso (Lega) fa togliere insegna
Oggi 06-11-25, 07:38
Una moschea all'interno di un'università. È questo l'ultimo caso che sta generando polemica e di cui si è parlato ieri durante il question time alla Camera. È stata inaugurata il 27 ottobre a Catanzaro e si trova all'interno dell'Università Magna Grecia. Per questo Rossano Sasso, capogruppo della Lega in Commissione Cultura, della Camera, aveva deciso di presentare un'interrogazione parlamentare al Ministro dell'Università Anna Maria Bernini. E ieri è arrivata la risposta, che però non ha convinto il deputato del Carroccio. «Non si tratta di una moschea e non esiste né un Imam, né una predicazione, né un'opera di proselitismo: l'ospedale Politecnico Renato Dulbecco dell'Università ha dato in comodato d'uso questa sede a pazienti di religione musulmana per potersi raccogliere in preghiera. Riteniamo comunque opportuno continuare a vigilare su ciò che avviene nelle Università», ha detto il Ministro rispondendo a Sasso. Ma è stato proprio Sasso a far emergere le foto che dimostravano l'esistenza di un luogo che aveva tutte le sembianze di una moschea. Il classico tappeto su cui pregano, ma soprattutto la scritta presente all'ingresso: «Moschea "Dar Assalam". Ingresso uomini» con sotto la raffigurazione di un uomo raccolto in preghiera. Accanto anche il cartello con le indicazioni sull'abbigliamento e il «comportamento in moschea». Tutto tradotto sia in arabo che in inglese. Ed è per questo che il deputato leghista si è rivolto nuovamente alla Bernini: «Per la Lega è un'apertura inconcepibile nei confronti di una religione che non ha siglato alcuna intesa con lo stato italiano, come previsto dall'art. 8 della Costituzione. E la risposta del Ministro Bernini non ci soddisfa pienamente: non è minimizzando e derubricandola a "moschea ad personam" e a piccolo luogo dove riunirsi in preghiera in maniera individuale, che si giustifica l'apertura di una moschea dentro un ateneo». Ma ha anche sottolineato l'allarme fondamentalismo islamico in Italia: «Sarà pure un comodato d'uso gratuito ma per la Lega è un segnale molto preoccupante che va nella direzione sbagliata: noi ci opponiamo all'islamizzazione della nostra società, delle nostre scuole e delle nostre università». Ed è proprio dopo queste dichiarazioni di Sasso e le foto a corredo, che dall'ateneo è stato rimosso il cartello. Il Ministro, infatti, ha immediatamente chiamato il Rettore chiedendo che venisse tolto ogni riferimento alla moschea. Ma il nodo secondo Sasso resta: il problema non è solo la scritta, ma il fatto che si preghi all'interno di un'Università: «Prendo atto della tempestività con cui dal Ministero è partito l'ordine di rimuovere immediatamente cartelli e insegne islamiche riportanti la dicitura "moschea", senza l'intervento della Lega questo non sarebbe mai accaduto, ma non è sufficiente. Chiedo maggiore trasparenza su quanto sta accadendo all'Università di Catanzaro perché oggi il Ministro Bernini mi ha risposto che non si trattava di una moschea e io le ho dimostrato il contrario, mi ha detto che non ci saranno imam a recitare sermoni e anche qui sono pronto a testimoniare il contrario, e poiché non mi va di passare per bugiardo di conseguenza chiedo che questa volta venga fatto un approfondimento più scrupoloso. E gli unici che possono farlo sono gli organi ispettivi del Ministero». Infatti, così come è avvenuto per la rimozione dell'insegna, apprendiamo che le intenzioni del ministro sono di continuare a vigilare affinché gli spazi dell'Università siano utilizzati correttamente e in linea con la difesa della laicità delle istituzioni e impedendo ogni forma di predicazione.
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